“Nel Bicchiere sta il piacer…” La Tenuta del Buonamico al Museo del Tessuto per l’evento dedicato a Puccini

Ieri sera a partire dalle 20,45 si è tenuto l’evento “Nel Bicchiere sta il piacer”, organizzato dall’associazione Chiave di Vino, da tempo impegnata nell’organizzazione di serate che coniugano vino e musica, con l’intento di promuovere le unicità del territorio, e le realtà che meglio ne fanno da portavoce.

 

 

Questo evento si è posto l’obbiettivo di coniugare il piacere dell’ascolto di brani tratti dalle opere del compositore lucchese Giacomo Puccini, con l’assaggio di quattro vini della Tenuta del Buonamico. La location scelta si è rivelata perfetta per l’esito della serata: i numerosi partecipanti si sono riuniti all’interno di una sala del magnifico Museo del Tessuto di Prato, ricavato dall’ex “Cimatoria Campolmi Leopoldo”, sapientemente riconvertito in centro culturale e di aggregazione.

 

Di particolare nota, all’interno del museo sono esposti abiti di scena tratti dalle varie rappresentazioni delle opere pucciniane, e questo ha notevolmente contribuito a calare i partecipanti nell’atmosfera magica evocata dalla musica del Maestro, mirabilmente eseguite da quattro allievi dell’Istituto musicale Boccherini di Lucca.

 

Dopo i saluti iniziali la serata è entrata nel vivo con l’intervento di due esperte, Simonetta Bigongiari, responsabile dell’Archivio della Fondazione Giacomo Puccini di Lucca, e Flora Gagliardi, ex direttrice del Conservatorio L. Cherubini di Firenze, che hanno intrattenuto il pubblico descrivendo il rapporto dell’autore con il vino, sia nella vita privata che nelle opere.

 

 

Non sono mancate letture di scambi epistolari tra Puccini e il suo droghiere di fiducia, Alfredo Caselli, proprietario del caffè Di Simo, in via Fillungo, i cui frequentatori erano illustri artisti, musicisti e letterati. Al Caselli il compositore commissionava vini, whisky e altri liquori di qualità, che non potevano mai mancare nella sua villa a Torre del Lago. Anche i due cognati (uno dei quali soprannominato per l’appunto “Vino”) venivano spesso coinvolti nell’acquisto di vino, che era considerato da Puccini come motivo di convivialità e celebrazione dei bei momenti trascorsi in compagnia di amici e parenti. Amante del buon cibo e del buon bere nella vita, il compositore non mancò di fare riferimenti al vino nelle proprie opere. Una delle più celebri citazioni è tratta da quanto esclama Musetta in «La Boheme»:«Ah. Se nel bicchiere sta il piacer / in giovin bocca sta l’amor», che dà anche il titolo alla serata.

A seguire, ha preso la parola il giovane attore Matteo Mazza, assiduo collaboratore di Chiave di Vino, il quale è intervenuto per presentare i vari brani che sono stati eseguiti, spiegandone il legame con i vini in degustazione. I vini sono stati serviti da due esperti sommelier, mentre una responsabile della Tenuta del Buonamico ne illustrava le varie caratteristiche organolettiche.

 

 

Il primo brano presentato, “Sogno di Doretta”, tratto da La Rondine, è stato eseguito dalla soprano Greta Buonamici, accompagnata al pianoforte da Lorenzo Corsaro. Il vino della Tenuta del Buonamico che è stato proposto in abbinamento a questa aria è lo Spumante Particolare Brut Rosé. Nel libretto, infatti, si legge “Un giorno uno studente/In bocca la baciò/E fu quel bacio rivelazione/Fu la passione!/Folle amore!/Folle ebbrezza!/Chi la sottil carezza/D’un bacio così ardente/Mai ridir potrà?”. Come l’amore, il Particolare Rosé, caratterizzato da un perlage fine ed elegante, solletica il palato e il cuore. Fresco, fruttato, allegro e vivace, è capace di far sussultare chi lo beve, così come l’amore provoca un tuffo al cuore. Nato dieci anni fa come capostipite della produzione di bollicine della Tenuta, in breve tempo si è affermato come prodotto di punta per la sua piacevolezza, la sua persistenza aromatica e la facile beva. Il bel colore rosa buccia di cipolla ricorda il rossore che accende i volti di chi è preda della passione d’amore.

 

 

Il secondo brano in ascolto, eseguito dalla soprano Marianna Giulio, ancora una volta accompagnata da Corsaro al pianoforte, è stato “Quando m’en vo”, tratto da La Bohème. Il testo recita “Quando men vo soletta per la via/la gente sosta e mira/e la bellezza mia – ricerca in me/tutta da capo a piè./Ed assaporo allor la bramosia/sottil che dai vogliosi occhi traspira/e dai vezzi palesi intender sa/alle occulte beltà./Così l’effluvio del desìo tutta m’aggira/e delirar mi fa/”. Questi versi sono stati abbinati al M.I.O Viognier IGT Toscana 2020, per il suo carattere vivace, i suoi profumi intensi e la spiccata mineralità, che conferiscono a questo vino un’identità del tutto particolare, che di certo non passa inosservata. Realizzato con uve 100% Viognier, questo vino originale, fresco e fruttato è particolarmente godibile, e negli ultimi sette anni è diventato uno dei bianchi più ricercati della Tenuta del Buonamico.

Il terzo brano in ascolto è stata l’esecuzione musicale dell’aria “Nulla…silenzio”, da Il Tabarro. Si è trattato di un brano eseguito al pianoforte da Lorenzo Corsaro, che ha saputo deliziarci col suo tocco elegante e l’esecuzione particolarmente sentita. In abbinamento alle note del Tabarro è stato proposto il vino Montecarlo Rosso DOC Etichetta Blu 2018. Intenso come la passione e la gelosia di Michele, che passa in rassegna mentalmente l’elenco dei possibili amanti della giovane moglie, è un vino ardente, con una trama tannica evidente ma ben equilibrata, e molto persistente. Pur mantenedo inalterate le caratteristiche tipiche della DOC montecarlese, grazie ad un breve passaggio in legno acquista un carattere innovativo. Fresco e fruttato, è al tempo stesso molto intenso al palato. Un vino a tutto pasto, da godere in compagnia.

 

 

A seguire, Matteo Mazza ha presentato l’aria “Vissi d’Arte”, tratta dalla Tosca, cantato dalla splendida Lara Leonardi. Il brano recita così: “Vissi d’arte, vissi d’amore/Non feci mai male ad anima viva/Con man furtiva/Quante miserie conobbi, aiutai/Sempre con fé sincera/La mia preghiera/Ai santi tabernacoli salì/Sempre con fè sincera/Diedi fiori agli altar/Nell’ora del dolore/Perché, perché, Signore?/Perché me ne rimuneri così?/Diedi i gioielli della Madonna al manto/E diedi il canto agli astri, al ciel/Che ne ridean più belli/Nell’ora del dolor/Perché, perché, Signor? Ah, ah/Perché me ne rimuneri così?”. Si tratta delle parole che Tosca pronuncia, come lamento a Dio per la sua misera sorte. Infatti ella chiede la grazia per Mario, suo amante, ma Scarpia accetta soltanto se la donna gli si concederà.
Un’aria dolorosa, per l’opera più drammatica di Puccini. Il vino della Tenuta che è stato proposto subito dopo il brano è stato lo Spumante Inedito Particolare Brut Nature. Dalle note inizialmente fruttate, lascia spazio ad un finale di pane tostato. Uno spumante secco, intenso, così come le parole di Tosca, che preludono ad un tragico finale, e allo stesso tempo complesso, come solo le passioni del cuore sanno essere.

 

 

L’istituto musicale Boccherini ci ha infine deliziato con le ultime due arie, tratte da Manon Lescaut, ovvero “Intermezzo” e “In quelle trine morbide”, magistralmente eseguite ancora una volta dalla soprano Lara Leonardi. Terza opera di Puccini, la tragedia narra la passione amorosa tra Manon e De Grieux, che li porterà a fuggire insieme, fino al tragico epilogo della morte della donna tra le braccia del proprio amante. Un finale sentito e particolarmente intenso, per una serata che ha visto la musica fare da protagonista, assieme al vino, in quella che potremmo definire, per citare il poeta Ugo Foscolo, una “corrispondenza di amorosi sensi”.

Durante tutta la sera, infatti, ogni organo sensoriale è stato stimolato, in una sinestesia globale, tanto cara a Puccini. La vista, con la meravigliosa ambientazione del Museo del Tessuto, con gli stupendi tessuti ricamati e preziosi dei costumi di scena esposti nelle varie stanze, con i colori dei vini presentati in assaggio. L’udito, con le mirabili esecuzioni dei giovani allievi del Boccherini, che hanno saputo trasmettere la loro passione per la musica e il canto, cosa che ha fatto apprezzare ancora di più le arie del Maestro lucchese. Il tatto, col piacere di un buon calice stretto tra le mani, preludio alla soddisfazione della degustazione dei vini proposti. Olfatto e Gusto, infine, sono stati solleticati dai vini del Buonamico, che bene si sono prestati ad una serata di alto valore culturale, e di così profonda godibilità.

Un grande ringraziamento a tutti i partecipanti, ed in particolare a Patrizia e Susanna Parretti, che ci hanno coinvolto in un’esperienza unica, che ci ha resi orgogliosi, e che speriamo sia replicata in futuro.

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