Tenuta del Buonamico, rinnovamento della tradizione

TIMEMAGAZINE.IT pag. · 16-12-2021

Montecarlo, piccolo e incantevole borgo medievale in provincia di Lucca. Arroccato su un colle isolato, circondato dalla antica cinta muraria. Meta di un turismo attento alle tipicità del territorio, è al centro di un territorio noto per gli ottimi olii ed i vini pregiati. Risultato della intraprendenza di alcuni vignaioli che importarono, a partire dall’Ottocento, differenti vitigni di origine francese. E’ al paese d’Oltralpe che questi vignaioli si ispirano, ai metodi di coltivazione ed alle pratiche in cantina. L’incrocio con i vitigni autoctoni fa il resto, ne nascono vini unici e singolari. Uno di questi arriva persino sulla tavola di Re Umberto di Savoia, il giorno delle nozze con Maria Josè del Belgio. Erede di questa lunga tradizione vitivinicola, la Tenuta del Buonamico produce ottimi spumanti. Con tanta attenzione al mercato domestico ed una precisa spinta verso l’enoturismo che tanto piace alla clientela straniera. Abbiamo incontrato Eugenio Fontana, titolare dell’azienda.

Montecarlo, lunghissima tradizione vitivinicola

Montecarlo vanta una lunghissima tradizione vitivinicola, sono stati trovati documenti che testimoniano come sin dal 840 A.C. si producesse vino – racconta Eugenio Fontana, titolare di Tenuta del Buonamico – La distruzione del borgo, che in origine si chiamava Vivinaia, durante la guerra contro gli invasori fiorentini nel corso del XV° secolo e la sua ricostruzione ad opera dell’imperatore Carlo IV di Boemia non hanno arrestato la sua vocazione vitivinicola” Intraprendenti vignaioli, pionieri di una nuova viticoltura, hanno infatti fatto propri nel XIX° secolo gli insegnamenti della scuola francese in fatto di coltivazione delle uve e lavorazione in cantina. Dall’incrocio dei vitigni autoctoni con alcuni vitigni provenienti dal paese d’Oltralpe (Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Sémillon e Roussanne, assieme a Merlot, Cabernet e Syrah) ne è derivato un blend di pregio.”ll Montecarlo Bianco era uno dei migliori bianchi italiani. Tanto da meritarsi l’appellativo di Chablis di Montecarlo” E non solo.

Fama riconquistata, tradizione e nuove tendenze vanno a braccetto

Nel 1930, l’apice. “Un Montecarlo Bianco è stato servito alla tavola di Re Umberto di Savoia nel corso del suo banchetto nuziale. Fu il vino ufficiale del matrimonio reale, l’unico bianco presente” Poi, per un certo periodo, questo territorio è stato un po’ trascurato. Escluso dal giro delle grandi produzioni. “Questa zona è stata messa un poco in disparte. Ma grazie alla laboriosità di alcuni produttori ha riconquistato la sua meritata stima, avviando una vera e propria rinascita del territorio e della produzione enologica. Da parte nostra guardiamo con attenzione le nuove tendenze, senza però perdere mai di vista un elemento chiave come può essere la tradizione di una zona vocata da tempo alla vite. Per conservare un illustre passato e tornare nuovamente a essere protagonisti di qualità

Tenuta del Buonamico, oltre 50 anni di storia

La Doc Montecarlo è riconosciuta tale dal 1969. “Montecarlo è una delle Doc più piccole d’Italia, una delle più vecchie d’Italia come Bianco Dop” La Tenuta del Buonamico da oltre 50 anni di storia è presenza importante del territorio. Oggi di proprietà dalla famiglia Fontana, si propone come fautrice del “rinnovamento della tradizione”. Partiti dall’introduzione delle nuove barbatelle, hanno ampliato l’intera struttura. Dalla barricaia e sezione d’imbottigliamento fino alla costruzione della nuova cantina. Obiettivo, sviluppare il potenziale della tenuta ed dare al territorio, comunque legato alla storicità, un imprinting innovativo. “Facciamo molta sperimentazione in vigna ed in cantina, utilizziamo vitigni semi aromatici come Sauvignon e Pinot Bianco per bilanciare l’eleganza severa e generosa del Trebbiano Toscano

Vitigni autoctoni e stranieri, protagonisti della “anomalia lucchese”

Vogliamo rinnovare senza trasformare l’attitudine della Tenuta del Buonamico di lavorare i bianchi come Pinot Bianco, Sauvignon, Roussanne, Sémillon, Vermentino, Viogner e, ovviamente, Trebbiano Toscano – sottolinea il titolare di Tenuta del Buonamico – E affiancare a queste uve a bacca bianca al Sangiovese, Canaiolo, Syrah, Merlot e Cabernet SauvignonVitigni autoctoni e stranieri che hanno reso unico un territorio come quello della Doc Montecarlo” Un territorio la cui vocazione per i bianchi, esplosa nella seconda metà dell’Ottocento, continua. Nel rispetto di quella “anomalia lucchese” che aveva caratterizzato l’operato dei vignaioli del XIX° secolo.

Famiglia Fontana, parte la produzione di spumanti

Nel 2008 l’arrivo della famiglia Fontana alla guida della Tenuta del Buonamico, nel 2010 inizia la sperimentazione di spumante secondo il metodo Charmat. Sangiovese e Syrah vinificati in bianco, ma con la volontà di non fare lavorare le uve da altra cantina ma di spumantizzare in autonomia” Da quel momento lo Spumante Particolare sarebbe diventato un punto fermo nella produzione dei vini bianchi. “L’idea del nome nacque da una idea di mio padre, mentre sfogliava una rivista di moda – ricorda Eugenio Fontana – Notò una linea francese di smalti per le unghie, si chiamava Particuliere. Gli piacque e riflettendo sulla singolarità del nostro Spumante Brut Rosè decise di registrarlo

Particolare, linea in pole position

Attualmente la Tenuta del Buonamico comprende diverse etichette di spumanti della linea Particolare, tutte prodotte con uve differenti. Poco dopo la messa in bottiglia di Particolare Rosè è nato Particolare Brut, da uve Pinot Bianco, Semillon e Trebbiano. Affiancato in breve tempo dallo Spumante Particolare Brut Nature Inedito, una unica spumantizzazione all’anno da sole uve di Pinot Bianco di diverse annate. Prodotto anche nella versione Rosè, da uve Sangiovese e Syrah di diverse annate, lo spumante Inedito Rosé Nature (basso grado zuccherino inferiore ai 3 gr/l) si caratterizza per un aroma molto intenso. A completare la gamma delle bollicine, lo Spumante Particolare Dolce prodotto con uve Moscato al 100% con fermentazione del mosto direttamente in autoclave ed un tenore zuccherino finale di 70gr/l.

Marketing fuori regione

Una vasta gamma, ma non ci sono solo vini bianchi. “Montecarlo nasce come terra di bianco, Tenuta del Buonamico porta avanti la tradizione. Ad oggi siamo l’unica cantina del territorio in grado di poter avere una produzione sufficiente per fare conoscere i prodotti fuori dalla regione – constata il titolare dell’azienda – E siamo l’azienda toscana che produce il maggior numero di spumanti, il 30% della nostra produzione totale. Seguiamo tutto il processo produttivo, fino alla imbottigliatrice isobarica. Il nostro fiore all’occhiello” La Tenuta del Buonamico si estende per 100 ettari, i 45 vigneti hanno quasi sessant’anni. “Con una resa del 70%, arriviamo a produrre 300.000 bottiglie tra rossi, bianchi e rosati

Legame con il territorio, anche nelle etichette

Montecarlo Rosso e Montecarlo Etichetta Blu, ai quali si aggiungono il Montecarlo Bianco e il Montecarlo Etichetta Bianca rappresentano la Doc. Tra i bianchi anche il Vasario, un Toscana Igt prodotto con uve Pinot Bianco in purezza, con fermentazione e affinamento in barriques di rovere francese per 8 mesi. “Il Pinot Bianco da vita ad un vino fresco, profumato e minerale. Con il giusto rapporto tra acidità e mineralità, identifica il territorio di Montecarlo così vario dal punto di vista dei vitigni” Legame con il territorio che Tenuta del Buonamico manifesta anche nelle etichette. “Il Vermentino Igt Vivi, sapido e intenso, trae il suo nome da ViVinaia, l’antico nome di Montecarlo che sorgeva proprio sulla Via Vinaria”

Una gamma all’insegna della freschezza

Sull’onda della continuità, anche la produzione della tenuta. “La gamma prevede il Fortino, un Syrah in purezza nato dalle omonime uve provenienti dalla vigna di Syrah più vecchia della Toscana e tra le più vecchie d’Italia” Un legame con la storia ed il territorio che si traduce nell’analisi olfattiva dei vini della gamma. “Se i bianchi sono freschi e fruttati, non sono da meno i rossi. Ne è un esempio il Cercatoja, a base Sangiovese e Canaiolo con aggiunta di Cabernet e Syrah. Fa una fermentazione in acciaio per almeno tre settimane e, a seguire, un affinamento in barrique per circa 18 mesi. Il risultato è un vino fresco e fruttato, col giusto rapporto tra corpo e struttura, Un equilibrio che lo rende perfetto per tutto il pasto. E’ il più rappresentativo dei nostri rossi, lo produciamo dal 1975

Mercato domestico ed enoturismo, core business dell’azienda

Tenuta del Buonamico è azienda che presta molta attenzione al mercato domestico, senza però dimenticare il mercato estero. “L’80% della nostra produzione è riservata alla Toscana, in estate il 20% è destinato all’estero e alle altre regioni italiane. Una scelta che portiamo avanti da tempo. Ma nel prossimo futuro pensiamo di equiparare le due produzioni” Ma se alla clientela “di casa” è oggi riservata la gran parte della produzione di Tenuta del Buonamico, gli stranieri possono godere di una attrezzata struttura ricettiva. “Siamo anche molto orientati all’enoturismo, forti della vicinanza a Lucca” La città toscana è infatti crocevia di numerosi artisti, grazie ai tanti festival musicali e cinematografici. “Recentemente – conclude Eugenio Fontana – abbiamo aperto un wine resort, il ristorante e un centro benessere. Tra i personaggi noti che sono transitati da noi anche l’attore Gene Wilder, di passaggio in Toscana per una vacanza. Molto riservato, fece un wine tour da solo come una persona qualsiasi. Esperienza che ricordiamo con tanta simpatia

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