22
Ago

La Vie en Rose

 

Sempre di più si può parlare di Estate del Rosato.

Ebbene si ormai il vino rosé, fermo o spumante che sia, scala le classifiche di gradimento tra i consumatori, che  bevuta dopo bevuta lo preferiscono ad un bianco o come alternativa ad un rosso.

Il consumo di vino rsato al mondo si assesta intorno al 10% del consumo totale.

I nostri cugini d’Oltralpe ormai ci insegnano che bere rosato non è più una moda e basta, da loro forse non lo è mai stato, ma proprio uno stile ben preciso di bevuta. Infatti per esempio nel sud della Francia, in Provenza se si prende in riferimento solo il periodo diciamo estivo, da giugno a settembre si beve praticamente solo rosé con dei consumi, a scapito del vino bianco, incredibili che ne fanno un fenomeno molto importante. Francia appunto che si assesta sempre come primo produttore al mondo di vino rosato. L’Italia invece nonostante sia il secondo paese al mondo come produzione, non ha dei consumi paragonabili minimamente a quelli dei nostri cugini, infatti siamo il primo paese ad esportare più vino rosato al mondo con quasi 2/3 della nostra produzione che varca appunto i confini nazionali.

Ma qualcosa anche da noi sta cambiando, con crescite nei consumi annui di quasi il 15%.

Al Buonamico il vino rosato che nasce da uve rosse, sangiovese, syrah e canaiolo rosa che vinificate in bianco, tramite solo una fermentazione alcoolica in acciaio a basse temperature si è sempre ritagliato uno spazio importante. Un vino pensato per avere una propria identità, “non come un sottoprodotto del rosso, come dire, vinifico un vino rosso e già che ci sono faccio un po’ di rosato”, senza nulla togliere alla vinificazione da salasso, dove se fatta bene si possono avere ottimi risultati. La nostra idea invece è quella di pensare al nostro rosato come un vino con una sua entità ben distinta dal rosso, quindi selezionare i vigneti e le uve che secondo la nostra produzione ed esperienza sono più indicate, che tipo di raccolta effettuare e quando. Poi le uve una volta in cantina rigorosamente vendemmiate per tipologia vanno direttamente in pressa per una pressatura soffice ed il mostro fiore subito a fermentare in acciaio a basse temperature per circa 21 giorni. Quello che noi cerchiamo è la freschezza, i profumi ed anche il colore, il più simile al “famoso petalo di rose alla francese” perché il colore secondo noi, ma non solo, in un vino rosato è importante, e con la bottiglia rigorosamente bianca deve trasmettere queste caratteristiche e subito affascinare anche chi, e sono sempre meno, è più restio a questo tipo di vino. Va detto però che il colore ogni anno non potrà mai essere lo stesso, simili si ma dipende dall’andamento stagionale e quindi da come le uve rosse interessate coloreranno il vino per quella specifica vendemmia ed annata. Ma questo in fondo è anche il suo bello.

Per il prossimo anno infatti sempre più convinti che questo trend sia sempre più in crescita ma non ancora “esploso” del tutto stiamo pensando ad un rinnovamento del nostro packaging, stiamo già cercando quella che sarà la nostra nuova bottiglia del vino rosato, studieremo dopo quella che sarà la sua nuova etichetta e per celebrare questo cambiamento gli daremo un nome al nostro vino rosato.

Un nome che ancora non possiamo svelare.

 
 

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