DOC Montecarlo Bianco – Tenuta del Buonamico 2012

Il Cucchiaio D'Argento

DOC Montecarlo Bianco – Tenuta del Buonamico 2012

Di Franco Ziliani – 28.01.2014

MONTECARLO_BIANCO1

 

Bella storia quella che c’è dietro ai vini di Montecarlo, che non è solo il principato di Monaco, ma, cosa molto più interessante ai fini del nostro racconto, un piacevole borgo collinare in provincia di Lucca a cavallo tra la Lucchesia e la Valdinievole. E il nome di una Doc, in bianco dal 1969 ed in rosso dal 1985, che esprime vini prodotti in un’area che oltre a Montecarlo comprende i paesi di Altopascio, Capannori e Porcari.

La storia è quella, siamo verso la fine dell’Ottocento (intorno al 1870) di un personaggio singolare, un appassionato viticultore montecarlese a nome Giulio Magnani, all’epoca proprietario della Fattoria Marchi-Magnani, che si mise in testa di migliorare la produzione vitivinicola locale basata sul Trebbiano in bianco e su Sangiovese, Canaiolo e Colorino in rosso, e già attiva da secoli, innestando nuove varietà.

Per farlo affrontò un vero e proprio viaggio di lavoro in Francia, girando in alcune delle principali zone vinicole per studiare la viticoltura e l’enologia francese. E un volta conclusi i suoi itinerari a Bordeaux, nelle Côtes du Rhône, ed in Borgogna tornò a casa portando con sé una serie di viti di differenti varietà per verificarne il loro ambientamento nel terroir di Montecarlo. Vitigni a bacca bianca quali Sauvignon, Roussanne, Sémillon, Pinot bianco e grigio e varietà rosse come Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah. E queste uve si ambientarono così bene da rivitalizzare da subito i vini di Montecarlo e dare loro nuova linfa.

Questo130 anni fa, quindi molto ma molto prima che scoppiasse la mania di esportare in casa nostra qualsiasi varietà, basta che fosse francese, e di internazionalizzare le nostre produzioni. Con oltre un secolo di ambientamento quelle uve francesi si può dire si siano radicate nel terroir di Montecarlo e hanno dato vita a vini che spiccano per la loro personalità e personalità in un panorama toscano dove pure gli internazionali sono diventati spesso di casa. Interessanti i rossi, vedi disciplinare di produzione, dove il Sangiovese, dal 50 al 75% dell’uvaggio dialoga con le varietà bordolesi e con il Syrah, oltre che con Canaiolo nero, Colorino, Ciliegiolo e Malvasia nera.

Ma molto più stuzzicanti, a mio avviso, i bianchi, dove una quantità limitata di Trebbiano, da un 60% sino ad un minimo del 30% si intreccia con Sémillon, Pinot grigio e bianco, Vermentino, Sauvignon e Roussanne presenti in numero di almeno tre vitigni in ragione del 40-70%. Vini, espressione di un buon numero di aziende ognuna meritevole di attenzione, (ne cito alcune: Fattoria Wandanna, Fattoria Michi, La Torre, Fuso Carmignani, Fattoria di Montechiari), che vale la pena di provare.

Uno di quelli da non perdere viene da una delle aziende storiche di Montecarlo, la Tenuta del Buonamico, fondata nel 1964, posta a sud-ovest di Montecarlo nell’area di Cercatoia, e forte di 36 ettari, 18 dei quali piantati a partire dal 2009, quando l’azienda venne acquistata dalla famiglia di imprenditori nel ramo oleario Fontana.

Il Buonamico è nota soprattutto per i suoi rossi, i due Montecarlo, affinato uno solo in acciaio l’altro in legno, il rosso Cercatoja, uvaggio di Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon, il Syrah Il Fortino, ma anche sui bianchi si difende molto bene, con un buon Vermentino in purezza, il ricercato Pinot bianco Vasario e appunto il Montecarlo bianco, da vigneti posti nella zona particolarmente vocata di Cercatoia su suoli sciolti e magri (nei vigneti aziendali, terreni costituiti da sabbie e argille villafranchiane, si riscontra un’elevata eterogeneità e si passa da un carattere argilloso – calcareo mediamente ricco in scheletro a sabbioso – mediamente acido).

L’uvaggio è, come da disciplinare, composito e prevede Trebbiano Toscano, Pinot bianco, Sauvignon, Sémillon e Roussanne (niente Pinot grigio) in percentuali variabili a seconda delle annate, ed il vino fermenta e si affina esclusivamente in acciaio. E presenta, anche in un’annata calda come il 2012, una gradazione alcolica contenuta in soli dodici gradi.

Paglierino oro intenso il colore, brillante e luminoso, naso ricco, complesso, con buona maturità di frutto e molteplici sfumature aromatiche che richiamano agrumi, fiori bianchi (sambuco in particolare) nocciole e mandorle, anice, un tocco di crema pasticcera, pesche noci, in un quadro di notevole sapidità e mineralità spiccata.

La bocca è fresca, viva, salata, molto equilibrata, con un gusto che si allarga bene sul palato, ben secco e deciso, con spinta e dinamismo, ma che grazie ad un bel nerbo acido e una vena minerale riesce a procedere in profondità, con ricchezza di sapore e piacevolezza.

Un Montecarlo bianco, facile da trovare nei ristoranti della poco distante Versilia, che abbinerete facilmente non solo a preparazioni a base di pesce, ma a primi piatti a base di verdure, frittate, soufflé.

FONTE:

WWW.CUCCHIAIO.IT di FRANCO ZILIANI

Buonamico Soc. Agricola Srl - Sede Legale via Provinciale di Montecarlo, 43 55015 Montecarlo - Cod Fisc. E P. Iva 05585560963 - Registro delle imprese di Lucca 05585560963 Cap. Soc. 6.000.000,00 € Int. Vers.