Galizia, Colline di Sopra, Falaschi e i (In)soliti Lucchesi alle Anteprime

La Gazzetta di Lucca

lunedì, 12 maggio 2014, 12:24 di Marco Bellentani

la_gazzetta_lucca_1Si è chiusa Anteprima Vini della Costa Toscana, manifestazione che fa della ricerca della qualità il proprio vessillo. E’ proprio la capacità di offrire un carnet di produttori adepti alla Dea Qualità, il punto di forza della due giorni al Real Collegio. Certo casca dopo Terre di Toscana, dopo persino il Vinitaly, perciò l’anteprima è un po’ deja vu per l’operatore del settore, ma sicuramente la kermesse lucchese può dare più di uno spunto a chi lavora, chi degusta o a chi semplicemente visita. E’ sicuramente anche l’occasione di incontrare alcuni amici, vedi il folletto Oste di Vigna Ilaria, impegnato a “disturbare” questo o quel produttore con battute, ma anche assaggi davvero speciali. Dopo una capatina a Tenute di Valgiano (tranquilli, nessun sentore ematico letto altrove nel loro vino di punta), è proprio il buon Maggi che ci mena alla sala dedicata ai vini di Galizia. La sala international di Anteprime, mai come quest’anno aveva espresso una primizia come quel vino galiziano sorto sulle sabbie del nord ovest della Spagna (dunque esente un tempo dal problema fillossera), come l’ottimo, minerale, inebriante Moraima. Altra capatina dal Melograno di Gabriele da Prato, già assaggiato al ViVit, un incrocio con Oliviero Toscani, star della prima giornata con tanto di nuovo OT e libro, e via verso nuove avventure. Sempre convincenti quelle di Eugenio Fontana, capace di offrire un ventaglio di vini con cui ricoprire il gusto locale e tentare l’assalto al mercato internazionale. Il suo Fortino sempre colmo di reminescenze di vaniglia, terziarietà dei Syrah napoleonici. Mitico il francesissimo vignaiolo di Pieve di Santo Stefano e il suo Ludovico Sardini, così pulito e importante da farci strappare più di un applauso. N ella zona food, spiccano le signore del Tizzone, i nostri amici della buona gelateria lucchese di Opera, il grande Falaschi, norcino (vero…verace come pochi) pisano 100% dedito alle virtù del maiale, lo Scoppolato di pedona. Un ultimo giro sulla giostra per conoscere la gentilezza signorile di Luisa Silvestrini, proprietaria e vignaiola on the ground di Colline di Sopra. Donna schietta, vivace, che ha saputo unire alla sua passione per il vino l’etica per un impatto ambientale minimo unito al rispetto per l’ecosistema e l’inserimento della sua attività nella natura circostante senza minimamente turbarla, a partire dai colori scelti per le infrastrutture. Ci sono piaciuti tanto i vini base, freschi, cristallini, colmi di frutta. L’Eola è a pronta presa, il blend di Merlot, Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah fa grazie a Dio solo acciaio e si esprime così come si esprime la signora Luisa: un sorriso, un vento di schiettezza. Belle le sensazioni anche dall’altro vino d’acciaio vergine dal nome Larà, a tratti sorprendente in quanto mischia l’abito del vino da tutto pasto con i classici rimandi importanti del Syrah. Arriva dunque improvvisa la forza del Sangiovese 100%: Sopra. Rimane fresco, forse non ancora prontissimo con un tannino deciso. Buone, nelle salette delle annate non ancora uscite in commercio, le sensazioni sul Ramanto (cabernet franc e petiti verdot). Una piccola produzione senza puzza sotto il naso, in onore della natura che ci abbraccia. Da tener d’occhio. Finale coi fratelli Svetlich di GiardiniRipadiVersilia, il loro rosso comincia ad esprimersi davvero con carattere. Il vino versiliese a Km 0 di Lamberto Tosi si apre a prospettive davvero interessanti. Arrivederci Anteprime

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