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Apr

Un altro Vinitaly è passato… Appuntamento al 2018

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Ecco alcune immagini del nostro Vinitaly. Una 4 giorni di incontri con i nostri clienti Italiani, Importatori Esteri e possibili nuovi clienti che hanno preso d’assalto il nostro stand.

Ci hanno visitato amici dagli Stati Uniti, in particolar modo da Chicago, dal Nevada, dal Maine, da Boston; amici dalla Russia al Brasile, dall’Olanda all’Irlanda, senza dimenticare il grosso di visitatori nostrali. Tutti hanno potuto degustare i nostri vini nelle nuove annate e fare due chiacchere assieme sul mercato sempre più difficile e competivitivo.

Durante la manifestazione abbiamo otenuto un ulteriore riconosciento per il nostro Spumante Particolare Brut Rosé inserito nella prima guida, 5StarWines del Vinitaly, di cui abbiamo parlato nelle nostre news. Un riconoscimento che ci rende sempre più orgogliosi e che ci pone tra i migliori spuamantizzatori in Toscana.

Qui di seguito i numeri ufficiali della manifestazione

Un arrivederci al Prossimo Anno.

 

Si chiude Vinitaly 2017 con numeri enormi: 128 mila presenze da 142 paesi

Dopo quattro giorni di business e promozione per il mondo vitivinicolo, il 51o Vinitaly chiude oggi a Verona registrando 128 mila presenze da 142 nazioni. Cresce l’internazionalità del salone che quest’anno ha visto aumentare i top buyer stranieri accreditati che toccano quota 30.200 (+8% sul 2016), sul totale dei 48 mila visitatori esteri. Un risultato ottenuto grazie agli investimenti nell’incoming da parte di Veronafiere, in collaborazione con il ministero dello sviluppo economico e Ice-agenzia.

“Vinitaly 2017, che abbiamo simbolicamente battezzato come edizione 50+1 – ha commentato il presidente di Veronafiere Maurizio Danese – rappresenta il primo e concreto passo del nuovo percorso di sviluppo che guarda al futuro dei prossimi 50 anni. I risultati premiamo la spinta verso una sempre più netta separazione tra il momento riservato al business in fiera e il fuori salone pensato per i wine lover in città. Proprio Vinitaly and the City quest’anno ha portato nel centro storico di Verona e nel comune di Bardolino oltre 35 mila appassionati. L’obiettivo ora è continuare in questa direzione, forti dei nuovi strumenti messi a disposizione con la trasformazione in società per azioni di Veronafiere e dal piano industriale collegato da 100 milioni di euro, con investimenti mirati sulla filiera wine e sulla digital transformation”.

“I numeri di questa edizione – ha spiegato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani – testimoniano la crescita del ruolo b2b di Vinitaly a livello internazionale, con buyer sempre più qualificati da tutto il mondo. Basta guardare alla top ten delle presenze degli operatori stranieri che mostrano incrementi da quasi tutte le nazioni: Stati Uniti (+6%), Germania (+3%), Regno Unito (+4%), Cina (+12%), Francia e Canada stabili, Russia (+42%), Giappone (+2%), Paesi del Nord Europa (+2%), Olanda e Belgio (+6%). A questa lista si aggiunge la buona performance del Brasile (+29%), senza dimenticare il debutto assoluto a Vinitaly di Panama e Senegal. Per quanto riguarda invece l’Italia, assistiamo ad un consolidamento degli arrivi da tutte le regioni del Paese”.

Con più di 4.270 aziende espositrici da 30 paesi (aumentate nel complesso del 4% sul 2016, in particolare quelle estere, del 74%) Vinitaly si conferma il più importante salone internazionale per il vino e i distillati ma anche momento di riflessione fondamentale per il settore vitivinicolo nazionale ed europeo, come hanno sottolineato la presenza del ministro alle politiche agricole Maurizio Martina, il commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, i ministri dell’agricoltura di Malta e Polonia e il viceministro all’agricoltura russo.

Nel corso della rassegna, i riflettori sono stati puntati sui mercati consolidati (ma non maturi) ed emergenti, con un’attenzione particolare agli sviluppi futuri della possibile svolta protezionista degli Stati Uniti e le ricadute della Brexit.

Ma si è guardato molto ad Oriente, con Verona e Vinitaly punto di partenza di una nuova via della seta per il vino italiano diretto in Cina che viaggia su e-commerce ed educational. A Vinitaly, 1919, il gigante cinese della distribuzione online to offline di wine&spirit, ha stretto un accordo con la Vinitaly International Academy e il fondatore Robert Yang ha promesso di aumentare entro il 2020 le vendite italiane nel paese del dragone di oltre 2 milioni di bottiglie per almeno 68 milioni di euro di fatturato. La Cina ha scelto Vinitaly come riferimento europeo per il vino, come ha ribadito l’arrivo a Verona anche degli altri colossi commerciali come Alibaba, Cofco, Winehoo e Suning.

Nei quattro giorni, oltre agli incontri b2b, si sono tenuti quasi 400 convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino. In primo piano, come sempre, il calendario delle degustazioni: più di 250 soltanto quelle organizzate direttamente da Vinitaly e dai consorzi delle Regioni, che hanno visto, tra le altre, una esclusiva per celebrare i 50 anni del Sassicaia.

Ad integrare e ampliare l’offerta di Vinitaly, si sono svolte come ogni anno in contemporanea Sol&Agrifood, la manifestazione di Veronafiere sull’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola, che ha tagliato il traguardo delle 20 edizioni.

La 52ª edizione di Vinitaly è in programma dal 15 al 18 aprile 2018

 

 

 

 
 

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