
Vino bianco toscano: i nostri vitigni, prima parte
Il vino bianco toscano, che matura al sole delle colline disposte attorno al Borgo di Montecarlo in provincia di Lucca, ha storicamente goduto di privilegi e di attenzioni particolari.
Già all’epoca dei comuni, intorno al ‘400, era tra i vini bianchi più ricercati e richiesti nelle cerimonie religiose e non più importanti.
Vicende più recenti ci consegnano oggi i vini bianchi toscani sotto il patrocinio dell’originalità dal momento in cui, affiancati ai vitigni tradizionali quali Trebbiano e Vermentino, troviamo in proporzione sempre crescente quelli di Pinot Bianco e Sauvignon quale conseguenza non di un progetto costruito a tavolino bensì della storia che ha interessato questo lembo di terra toscana.
I Lucchesi, popolo di mercanti e viaggiatori, nel XIX secolo introdussero nei loro terreni innesti di vitigni importati dalla Francia e, così facendo, consentirono alle colline di Montecarlo di Lucca di essere una delle prime zone di Italia ad adottare vitigni d’oltralpe.
L’attuale produzione si muove sui binari della correttezza e affianca vini di stile tradizionale franchi, asciutti e diretti a vini nei quali appare sempre più evidente la ricerca di freschezza, godibilità e profumi.
Tutto questo grazie al contributo delle uve più aromatiche come quelle del Pinot bianco e del Sauvignon che spiccano sulla generosità neutra del Trebbiano.
Trebbiano toscano
Il Trebbiano Toscano è una delle tante varietà della vasta famiglia dei Trebbiani, uno dei più grandi vitigni tra quelli conosciuti. Le varietà di Trebbiano sono talmente tante che generalmente non hanno alcuna affinità tra di loro.
Se in Umbria questa varietà viene chiamata Procanico, in Toscana il Trebbiano Toscano ha moltissimi sinonimi: Uva Bianca, Santoro, Passerana, Coda di Cavallo, Bubbiano, Brucanico, Biancone e Albano.
Nel sud Italia invece il Trebbiano Toscano viene denominato Coda di Volpe, Grieco o Falanghina, come alcuni famosi vini campani con cui il Trebbiano Toscano però non ha alcun legame.
Iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di vite dal 1970, il Trebbiano Toscano è diffuso soprattutto in Toscana e Umbria, anche se è presente non in maniera massiccia in Veneto e in Emilia Romagna.
La tradizione vuole che il Trebbiano toscano entri, anche se in piccola percentuale, nella composizione del Chianti.
E’ presente invece in maniera massiccia in alcune DOC toscane come il Bianco della Valdinievole, le Colline Lucchesi Bianco, Bianco Pisano di San Torpè, il Val d’Arbia, il Bianco dell’Empolese, l’Elba Bianco, il Montecucco Bianco e il Bianco di Pitigliano.
Il Trebbiano Toscano viene utilizzato anche per preparare dei Vin Santo come quello del Chianti Classico, del Chianti dell’Elba, di Montepulciano e di Carmignano.
Le origini del vitigno Trebbiano sono molto antiche, ne parla già Plinio il Vecchio, citando un “vinum trebulanum”, da “Trebula”, fattoria, nella sua Naturalis Historia, definendolo quindi come un vino casereccio.
Nel corso dei secoli, a partire dal ‘300, viene citato da diversi esperti di agricoltura come De Crescenzi, Gallo e Soderini e Trinci, per farci capire quanto sia diffuso e conosciuto.
La storia ci racconta che il Trebbiano Toscano abbia oltrepassato i confini italiani, grazie al trasferimento del Papa ad Avignone o al matrimonio di Caterina dei Medici con il Re di Francia Enrico II di Valois, e, con il nome Ugni Blanc, sia stato essenziale in Francia per la produzione di Cognac e Armagnac.
Il Trebbiano, nelle sue diverse varietà, è il vitigno a bacca bianca più coltivato della nostra penisola e perciò lo troviamo in quasi tutte le regioni italiane, tranne che in quelle più fredde del nord, anche se la maggiore concentrazione è nel centro Italia.
Ogni varietà di Trebbiano per distinguersi dagli altri ha accanto al nome l’appellativo geografico che indica l’area della sua maggiore produzione e perciò c’è un Trebbiano Romagnolo, un Trebbiano d’Abruzzo, un Trebbiano Modenese e un Trebbiano Toscano.
Il Trebbiano Toscano presenta un grappolo grande, alato, semicompatto, dalla punta biforcuta e di forma cilindrico-conica. L’acino invece è di media grandezza, discoide o sferoidale, con la buccia abbastanza spessa e di colore giallo-rossastro o giallo-verde.
Ha una maturazione tardiva, prima o seconda decade di ottobre, anche se in alcune zone la raccolta delle uve viene anticipata per esaltare la sua acidità.
Il vino che ne deriva, se vinificato in acciaio, è di colore giallo paglierino, dai profumi tenui e poco marcati. Presenta un gusto corposo e secco, piuttosto acido, abbastanza alcolico e ha un sapore fondamentalmente neutro. Con un giusto affinamento in legno, invece, il vino acquista in gusto e aroma.
E’ d’obbligo, infine, una menzione particolare sui Vin Santi preparati con il Trebbiano Toscano perché hanno un gusto particolare, sono moderatamente dolci e presentano sentori di amaretto, frutta secca e spezie.
Alla Tenuta del Buonamico il Trebbiano è utilizzato come base per la nostra DOC, Il Montecarlo Bianco Etichetta Bianca, in blend con Pinot Bianco, Sauvignon Bianco, Semillon e Malvasia Aromatica, per un prodotto che rispetta la tradizione di Montecarlo.
Pinot Bianco
Il Pinot Bianco della Tenuta Buonamico è un altro dei vitigni francesi proposto in purezza. È l’unica riserva di Pinot bianco che fa un passaggio in Tonneaux di rovere francese dove avviene la fermentazione malolattica. Questo passaggio porta ad un arrotondamento del gusto e dona al vino una struttura più complessa.
Il Pinot bianco o Pinot blanc, con il nome originario, è un vitigno originario della Borgogna, anche se la sua produzione lì venne ben presto abbandonata e trovò la sua collocazione ideale in Alsazia.
È una mutazione al secondo livello del Pinot Grigio a sua volta mutazione del Pinot Nero.
È un vitigno molto diffuso nei paesi Europei che hanno un clima tendente al freddo. In Europa è sempre stato considerato di qualità inferiore rispetto allo Chardonnay con il quale, peraltro, è spesso confuso.
In alcune zone dell’Italia centro e sud i vitigni di Pinot Bianco hanno trovato il giusto terreno per esprimersi al meglio, ricevendo di conseguenza il meritato successo. Le uve di Pinot bianco fanno parte dell’assemblaggio degli spumanti Franciacorta insieme allo Chardonnay e al Pinot Nero.
Il Pinot Bianco ha naturalmente un colore giallo paglierino e un odore delicato, fine, caratteristico, armonico ed elegante.
La gradazione minima media è intorno agli 11 gradi e solitamente è pronto al consumo a partire dal primo febbraio dell’anno successivo a quello della raccolta delle uve.
Il Pinot Bianco vinificato in purezza non è un vino longevo ma è di grande intensità olfattiva, con una buona struttura ed un buon corpo vinoso.
Se fermentato in botti di rovere, come avviene nelle nostra tenuta, il vino assume un colore differente con sempre sfumature di giallo paglierino ma con tonalità più intense. I profumi fruttati e floreali di gelsomino, biancospino, acacia, banana e limone e le note di freschezza rendono questo vino veramente unico.
Sauvignon
Il Sauvignon o Sauvignon Blanc è sicuramente tra i vitigni a bacca bianca più conosciuti e celebrati nel mondo insieme allo Chardonnay.
E’ un vitigno internazionale perché, pur essendo di origine francese, viene coltivato in tutto il mondo, soprattutto in Nuova Zelanda ma è molto diffuso anche in Australia, Cile, California e Sud Africa. Per questo motivo è anche definito un vitigno nobile perché si adatta facilmente ad essere coltivato in regioni dal clima diverso, anche se in quelli troppo caldi tende a perdere il suo aroma tipico e l’acidità.
Anche in Italia il vitigno Sauvignon è molto diffuso soprattutto nel nord est, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige coprono la maggior parte della produzione italiana, anche se lo troviamo in quasi tutte le regioni italiane.
Il Sauvignon è un vitigno di origine francese, nasce nella Valle della Loira e le prime documentazioni della sua esistenza sono del 1534 con il nome di Fiers.
Il suo nome deriva da sauvage, selvaggio, in quanto la forma delle sue foglie ricordano quelle delle viti selvatiche.
Anche noi in Italia abbiamo un vitigno, il Lambrusco, che ha la stessa etimologia, “vitis labrusca” cioé selvatica e che molto lontanamente ha qualche affinità con il Sauvignon.
Oltre che nella regione della Loira dove dalle sue uve nascono due vini secchi prestigiosi come il Sancerre e il Pouilly-Fumé, il Sauvignon è storico anche nella zona di Bordeaux dove, vinificato insieme al Semillon, dà vita ai celebri Bordeaux bianchi come quelli delle Graves e di Pessac-Léognan e a dei vini dolci come i Sauternes.
In Italia il Sauvignon ha trovato il suo habitat naturale nei terreni fertili delle colline del Collio Goriziano e dei Colli Orientali del Friuli ma sono ottimi anche i Sauvignon che provengono da Terlano in provincia di Bolzano.
Il Sauvignon è considerato un vitigno semiaromatico il cui grappolo è medio piccolo, compatto, alato e cilindrico.
L’acino invece è medio-grosso, sub-rotondo e ha una buccia spessa, pruinosa e di colore verde-gialla.
Il Sauvignon è un vitigno che può essere vinificato in purezza, quasi sempre in contenitori di acciaio, in purezza o può essere in uvaggio con altri vitigni dando vita a dei vini meravigliosi.
Il Sauvignon, oltre a sapidità e profumi, ha due caratteristiche che lo contraddistinguono: una spiccata acidità e una grande mineralità e i vini bianchi che produce sono di gradazione alcolica medio-alta, di colore giallo paglierino carico, con profumi erbacei e vegetali che vanno dalla foglia di pomodoro all’erba falciata, dal muschio al sambuco e dal peperone verde all’ortica.
Le note fruttate spaziano invece dal lime al pompelmo e dall’ananas alla banana. In bocca è morbido, vellutato, caldo, delicato e leggermente aromatico.
Tutte queste caratteristiche sono più o meno accentuate nei vari tipi di Sauvignon e dipendono dalla maturazione delle sue uve, dai terreni e dal clima in cui vengono coltivate.
Alla Tenuta del Buonamico il Sauvignon è utilizzato insieme ad altri vitigni di origine francese, alla Malvasia e al Trebbiano Toscano, per realizzare il già citato Montecarlo Bianco Etichetta Bianca, dal profumo intenso, fresco e floreale, e dal gusto fruttato, vivace, sapido al palato ma piacevolmente equilibrato.