Zone di produzione per vino bianco in Toscana
Le zone di produzione del vino bianco in Toscana sono state stimate nel 15% dei 60.000 ettari di terreno adibiti alla coltivazione di uva.
Solo un sesto è dedicato alla coltivazione di uve a bacca bianca. Di questi 60.000 ettari, il 67% si trova in zona collinare, dove i vigneti trovano il loro habitat naturale per ottenere vini di grande qualità, sia strutturati che di facile beva, grazie anche ai sistemi di allevamento utilizzati, come il guyot multiplo, il cordone orizzontale, l’archetto toscano e il guyot con cordone speronato.
Il vino bianco in Toscana, ha origini molto antiche: ne parlava già Plinio il Vecchio nel I° secolo d.c., citando il “vinum trebulanum”, l’odierno Trebbiano. Nel 1282, poi, con la costituzione dell’Arte dei Vinattieri, ci sono documenti che parlano anche di Greco e Malvasia, sempre vini a bacca bianca.
Nel Cinquecento la maggior parte del vino prodotto nella regione era bianco e l’apprezzamento valicava i confini italiani, tant’è che pare fosse il preferito di Re Federico II di Francia.
Tutte le aree vitivinicole della regione sono coinvolte nella coltivazione dei vitigni a bacca bianca, e tutte le province toscane sono rinomate zone di produzione che contano svariate DOC ed una sola DOCG.
La letteratura enologica divide le zone di produzione del vino in Toscana in due grandi macrocategorie:
- Colline della Toscana Centrale
- Toscana della Costa Tirrenica.
A prescindere dalla zona di produzione, i vitigni a bacca bianca di varietà autoctona più diffusi per la produzione dei bianchi freschi, secchi e fermi, sono, oltre al Trebbiano Toscano, di gran lunga il più coltivato, il Vermentino, l’Ansonica, la Vernaccia e, in misura minore, il Canaiolo bianco, l’Albarola, il Grechetto, il Verdello e la Malvasia bianca lunga.
A questi vitigni, i produttori hanno aggiunto nel tempo vitigni internazionali che potessero dare ai loro vini un maggiore spessore. Ecco quindi che troviamo, diffusa in tutta la regione, la coltivazione di Chardonnay e di Sauvignon blanc a cui si sono aggiunti in misura minore il Roussanne, il Semillon, il Viognier, il Pinot bianco, il Riesling italico e il Sauvignon Gris.
Per l’ottenimento dei vini bianchi dolci, invece, i vitigni più utilizzati sono il Moscato bianco e la Malvasia del Chianti.
Zona 1
Vista la diffusione, suddividiamo le zone di produzione geograficamente in nord, centro e sud.
Nella zona 1, le coltivazioni a nord della Toscana, possiamo raggruppare i territori vinicoli delle province di Massa Carrara, Pistoia e Lucca.
A Massa Carrara, le zone di produzione più importanti sono quelle del Colli di Luni DOC.
I comuni coinvolti sono: Fosdinovo, Aulla, Podenzana, fino a Luni, una città etrusca a due passi dalla via Aurelia.
I vitigni utilizzati per produrre questo vino sono il Vermentino con una percentuale minima del 35%, il Trebbiano Toscano, tra il 25 e il 40%, a cui si aggiungono altre uve bianche della zona, al massimo per il 30%, come l’Albarola.
Nel territorio dei Colli Apuani sempre nel comune di Massa Carrara e di Montignoso nasce un altro vino molto conosciuto, il Candia dei Colli Apuani DOC che viene prodotto con il Vermentino tra il 70 e l’80%, l’Albarola tra il 10 e il 20%, a cui si aggiungono eventualmente, massimo al 20%, Malvasia bianca e Trebbiano Toscano.
In 9 comuni della zona di Pistoia, tra cui Monsummano e Montecatini, viene prodotto il Bianco di Valdinievole DOC dai vitigni di Trebbiano Toscano, minimo 70%, e eventuali aggiunte per un massimo del 25% di Vermentino, Canaiolo bianco e/o di Malvasia del Chianti, più un’altra eventuale aggiunta per un massimo del 5% di un vitigno della zona.
In un vasto territorio delle province di Prato, Firenze, Pistoia, Pisa, Siena ed Arezzo, nella stessa zona della DOCG del Chianti, nasce il Vin Santo del Chianti Doc, la cui denominazione può avere 7 sottodenominazioni geografiche: Colli Fiorentini, Colline Senesi, Colli Aretini, Colline Pisane, Montespertoli, Montalbano e Rufina.
E’ prodotto con uve di Trebbiano Toscano e/o Malvasia (minimo 80%), con l’aggiunta di altre uve bianche e rosse locali sottoposte ad appassimento naturale.
Passando infine alla zona di Lucca, nei comuni di Capannori, Porcari e Lucca nascono le Colline lucchesi DOC dai vitigni Trebbiano Toscano con una percentuale che oscilla tra il 45 e il 70% a cui si aggiunge Vermentino bianco e/o Greco e/o Malvasia del Chianti, massimo al 45%, Chardonnay e/o Sauvignon, massimo al 30%, più un’eventuale aggiunta di uve locali per un massimo del 15%.
A Montecarlo, sempre in provincia di Lucca, nasce il Montecarlo bianco DOC che anche la nostra Tenuta del Buonamico, che ha proprio lì la propria sede, produce. Il nostro Montecarlo bianco DOC 2020 nasce come blend di Trebbiano Toscano, Pinot Bianco, Sauvignon Blanc, Semillon, Roussanne e Chardonnay.
Tutte queste varietà vengono vinificate e fermentate in maniera separata e a temperatura controllata in acciaio inox e assemblate solo in fase di pre-imbottigliamento. Anche l’affinamento viene fatto in acciaio inox.
Di gradazione alcolica 12 °C, è un vino dal profumo fresco, intenso e floreale che, grazie al blend delle 6 tipologie di uva, ha un gusto equilibrato e complesso, con gradevoli note fruttate.
Zona 2
Nella produzione dei bianchi della Toscana centrale, le province interessate sono quelle di Livorno, Pisa e Firenze.
Nella provincia di Livorno, e più precisamente nel comune di Castagneto Carducci, nasce il Bolgheri DOC che, per i vini bianchi, si suddivide in tre tipologie: il Vermentino, che viene prodotto con un minimo dell’85% di uve Vermentino a cui si aggiungono altre uve della zona, il Sauvignon, prodotto con un minimo dell’85% di uve di questo vitigno a cui si aggiungono altre uve della zona, e il Bolgheri bianco, che viene prodotto da uve Trebbiano Toscano (10-70%), Vermentino e Sauvignon (10-70%) con eventuali aggiunte di uve locali.
Sull’isola d’Elba, sempre in provincia di Livorno, si produce un vino di denominazione di origine controllata, l’Elba, che, a seconda del vitigno di riferimento utilizzato, può essere di tipologie diverse.
Il primo è il Bianco Doc, che prevede un blend di uve di Trebbiano Toscano, in questa zona chiamato anche Procanico, per un minimo del 50%, Ansonica e/o Vermentino massimo 50%, a cui si aggiungono altre uve della zona.
Ci sono poi l’Elba Aleatico Doc, prodotto con uve aleatico in purezza, l’Elba Ansonica Doc, prodotto con uve Ansonica al 100%, e infine l’Elba Moscato Bianco, prodotto con queste uve sempre in purezza.
Nella provincia di Pisa nasce il Bianco Pisano San Torpè DOC, prodotto in 15 comuni, di cui uno, Collesalvetti, in provincia di Livorno, con uve di Trebbiano Toscano per un minimo del 75%, a cui sono aggiunte altre uve della zona.
Nei comuni di Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Riparbella e Santa Luce nasce, invece, il Montescudaio Doc nelle sue varie tipologie, a seconda dell’uvaggio di riferimento: ci sono il Montescudaio bianco, prodotto con almeno il 50% di Trebbiano Toscano a cui si aggiungono altre uve della zona non aromatiche, il Montescudaio Chardonnay, il Montescudaio Sauvignon e il Montescudaio Vermentino, che di questi vitigni devono avere minimo l’85% con l’aggiunta eventuale di altre uve locali, sempre non aromatiche.
In provincia di Firenze vengono prodotti il Pomino DOC e il Bianco dell’Empolese DOC: il primo nasce nel territorio del comune di Rufina da un blend di uve Pinot Bianco e Chardonnay (60-80%), Trebbiano Toscano (max 30%) e altre uve locali (max 15%). Il Bianco dell’Empolese DOC nasce in un’area dei comuni di Empoli, Cerreto Guidi, Vinci, Fucecchio, Capraia, Limite e Montelupo Fiorentino, con uve Trebbiano Toscano (minimo 80%) con l’aggiunta di altre varietà bianche locali. Se viene utilizzata la i Malvasia del Chianti, questa non può superare l’8%.
Zona 3
La zona di produzione dei bianchi della Toscana meridionale coinvolge le province di Grosseto, Siena ed Arezzo.
Nei comuni di Pitigliano, Scansano, Sorano e Manciano, in provincia di Grosseto, su un territorio di origine vulcanica caratterizzato da terreni tufacei, nasce il Bianco di Pitigliano Doc, prodotto con uve Trebbiano Toscano (50-80%), Malvasia bianca e/o Verdello e/o Greco (max 20%), con l’aggiunta di Chardonnay, Grechetto, Sauvignon, Riesling italico e Pinot bianco che, se sono da soli, hanno un massimo del 15%, e, se sono assemblati tra loro, non possono superare il 30%, più eventuale aggiunta di altre uve locali (max 10%).
Sempre in provincia di Grosseto, nell’intero territorio del Monte Argentario e dell’Isola del Giglio e in parte della superficie dei comuni di Capalbio, Orbetello e Manciano, nasce l’Ansonica Costa dell’Argentario Doc, che viene prodotto con uve Ansonica al 100%.
Il Monteregio di Massa Marittima Doc nasce, invece, nella zona nord di Grosseto, più precisamente nei comuni di Massa Marittima, Roccastrada, Monterotondo Marittimo, Castiglione della Pescaia, Gavorrano, Follonica e Scarlino.
Di denominazione di origine controllata e prodotto da uvaggi bianchi, si possono trovare il Monteregio di Massa Marittima Bianco e il Monteregio di Massa Marittima Vin Santo: il primo viene prodotto con uve Trebbiano Toscano (minimo 50%), Vermentino e/o Ansonica e/o Malvasia bianca (max 30%), con l’aggiunta di altre uve bianche locali non aromatiche (max 30%). Il Monteregio di Massa Marittima Vin Santo viene prodotto con Trebbiano Toscano e/o Malvasia (minimo 70%), a cui si aggiungono altre uve bianche locali sottoposte ad appassimento naturale.
In località La Parrina, che fa parte del comune di Orbetello, nasce il Parrina Doc che, nella sua versione bianca, viene prodotto con Trebbiano Toscano (30-50%), Chardonnay e/o Ansonica (30-50%) con l’aggiunta di altre uve bianche locali non aromatiche.
Sul territorio collinare di San Gimignano, in provincia di Siena, si produce il bianco più rinomato della regione, la Vernaccia di San Gimignano, unica DOCG dal 1993, prodotta con l’omonimo vitigno e con l’aggiunta di altre uve bianche locali non aromatiche (max 10%).
Nel comune di Montalcino, sempre in provincia di Siena, nasce il Moscadello di Montalcino Doc, prodotto con uve di Moscato bianco a cui si aggiungono altre uve bianche locali (max 15%).
Infine in 8 comuni della provincia di Arezzo, tra cui Monte San Savino, Cortona e Lucignano, e 4 in provincia di Siena, Montepulciano, Chiusi e Torrita di Siena, nasce il Valdichiana Doc nelle tipologie Bianco o Bianco Vergine e Vin Santo. Il primo viene prodotto con uve Trebbiano Toscano (minimo 20%), Chardonnay e/o Grechetto e/o Pinot Bianco e/o Pinot Grigio (max 80%), con eventuale aggiunta di altre uve bianche locali non aromatiche (max 15%).
Il Valdichiana Vin Santo viene prodotto con Trebbiano Toscano e/o Malvasia bianca (max 50%) e con altre uve bianche locali appassite e ammostate tra il 1° dicembre dell’anno di raccolta e il 31 marzo del successivo.