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Vino rosso toscano: i nostri vitigni, seconda parte

Parlando di vino rosso toscano e di vitigni è opportuno soffermarsi a parlare anche della diffusione in Toscana di vitigni internazionali a bacca rossa come:

  • Merlot
  • Cabernet
  • Sauvignon

Questi vitigni arrivarono dalla Francia tra il ‘700 e l’800, e oggi entrano a far parte di più denominazioni di vino toscano tra cui il Chianti.
Dalla Francia, ad esempio, il vitigno Merlot si è espanso in tutto il mondo, soprattutto  grazie alla precocità della sua maturazione che gli permette di adattarsi a tutte le condizioni climatiche. Si dice che i vitigni abbiano gambe e che si fermino solo dove trovano il terreno più adatto alle loro radici.

Il Merlot, infatti,  arriva in Toscana dopo essere passato dal Friuli Venezia Giulia,  per poi diffondersi in Veneto ed in Trentino.

Solo in seguito questo vitigno arriva a Bolgheri, Val di Cornia e Cortona, le zone di maggiore produzione, dove prende parte alla produzione dei Vini Supertuscans, incentrati sul Taglio Bordolese.
La Tenuta Buonamico, che ha sede a Montecarlo in provincia di Lucca, utilizza le uve del Merlot per due dei suoi meravigliosi vini, il Montecarlo Rosso DOC e il Montecarlo Rosso DOC Etichetta Blu.

Anche il vitigno Cabernet ha una lunga storia da raccontare.  Entrambe le varietà, Franc e Sauvignon, derivano dalla Vitis Biturica che proviene dall’Albania, impiantata nella zona di Bordeaux. Da questo vitigno hanno origine, oltre alle due varietà di Cabernet, anche altri vitigni prestigiosi come Merlot, Carmenère e Malbec.

Merlot

Il Merlot è uno dei vitigni a bacca rossa più conosciuti e coltivati al mondo. E’ un vino che ha le sue origini in Gironda nella Francia sud-occidentale, più precisamente nella zona di Bordeaux.

E’ molto noto per essere assemblato con il Cabernet Sauvignon per i famosissimi e conosciutissimi Tagli Bordolesi.

La sua prima citazione appare nel 1783 in una stampa di Libourne en Gironde con il nome di Merlau, mentre viene denominato Merlot per la prima volta in un trattato su vini del Médoc nel 1824.

Due le ipotesi sul suo nome, ed entrambe hanno a che fare con i merli: secondo la prima pensa  si ritiene che il suo nome derivi dal fatto che gli acini delle sue uve, oltre a piacere agli esseri umani, erano molto graditi anche ai merli; la seconda ipotesi, invece, sostiene che il colore delle sue bacche ricordi quello delle piume dei merli.

Il Merlot cresce nei terreni umidi, grassi e ricchi di argilla e si adatta ad ogni tipo di clima. Per questo viene considerato un vitigno internazionale.

Vinificato in purezza, presenta un colore rosso rubino, dei sentori di frutti di bosco, rossi e neri, come ribes, lampone, more, fragolina di bosco, prugna e mirtillo, con  note erbacee, mentolate e di sottobosco che col tempo si trasformano in aromi di torrefazione, cacao e pepe.

Il gusto del Merlot è intenso, tannico, vellutato, succoso e profondo, gusto nel quale prevalgono sentori erbacei e terrosi.

Il Montecarlo Rosso DOC della nostra Tenuta del Buonamico è un blend di uve, Sangiovese, Canaiolo, Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot.

E’ un vino con una gradazione alcolica di 12°C a fermentazione controllata che avviene in acciaio inox.

Si serve ad una temperatura ottimale di 15 °C ed ha dei profumi intensi di frutta fresca come visciola e amarena.

Al palato è un vino morbido, ben strutturato, armonico, fresco, persistente e che può accompagnare l’intero pasto, anche se il suo meglio lo dà con dei primi piatti al sugo di carne, delle carni bianche arrosto e carni rosse alla griglia o con degli umidi.

L’Etichetta Blu DOC è un vino con una gradazione alcolica di 13,5 °C a fermentazione e macerazione termo-condizionate in acciaio inox, dove una parte dei mosti effettua la fermentazione a basse temperature affinché si conservino maggiormente gli aromi varietali, mentre un’altra parte viene messa in barriques per 7 mesi dove effettuerà la fermentazione malolattica. L’Etichetta Blu DOC nasce come blend delle uve Sangiovese, Canaiolo, Syrah e Cabernet Sauvignon, oltre al Merlot.

Si serve a 15-18 °C, ed è ben strutturato, soprattutto a causa dell’invecchiamento in legno per 7 mesi del Sangiovese.

Al palato è denso, ampio e vellutato e dai profumi netti, con note molto cariche di spezie, cacao, vaniglia, fiori e frutta scura che lo rendono un vino complesso.

Cabernet

Anche il Cabernet è un vitigno a bacca rossa molto conosciuto e diffuso nel mondo. E’ molto famoso grazie al successo che hanno i grandi vini della zona di Bordeaux, i Tagli Bordolesi, in cui è in uvaggio con il Merlot.

Di Cabernet ce ne sono due varietà: il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon. Entrambi hanno origine nella regione della Gironda in Francia sud occidentale, e vengono coltivati in tutto il mondo, Italia compresa.

In Italia arrivarono nell’Ottocento in Piemonte, ma qui i vitigni non attecchirono. Si diffuse più tardi in Veneto: nel 1870 sui Colli Euganei e nel 1877 a Conegliano nella Reale Scuola di Viticoltura ed Enologia, dove vennero coltivato e catalogato.

Fino agli anni ‘80 in Italia il più diffuso tra le due varietà di Cabernet era quello Franc, anche se poi si scoprì, con un’analisi del DNA effettuata nel 2000, che i vitigni impiantati in Italia erano in realtà quasi tutti di Carmenère e pochissimi quelli di Cabernet Franc.

Con l’esplosione di vini come il Tignanello e il Sassicaia prima e i SuperTuscans poi, il rapporto di diffusione si è capovolto, e in tutta l’Italia ci si è affrettati ad impiantare il Cabernet Sauvignon.

Pur derivando entrambi dalla Vitis Biturica. Il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon hanno caratteristiche diverse, anche se in uvaggio insieme si completano.

Il Cabernet Franc, da giovane, dà vita ad un vino dal sapore erbaceo, aggressivo e selvatico ma anche corposo, pieno e aristocratico.

Col tempo, essendo longevo, perde in parte il sapore erbaceo e diventa più morbido ed elegante, affinandosi.

Il Cabernet Franc è di colore rosso rubino molto intenso dai riflessi violacei, ricco, pieno di acidità e tannini ma povero di alcol. Matura tra fine settembre e inizio ottobre e predilige i climi caldi.

Sauvignon

Quando si parla di Sauvignon, è facile confondere il vitigno Sauvignon a bacca bianca con il Cabernet Sauvignon, una delle due varietà del Cabernet a bacca rossa, anche se studi effettuati nel 1996 all’Università della California hanno dimostrato che il Cabernet Sauvignon altro non sarebbe che un incrocio tra il Cabernet Franc e il Sauvignon Blanc.

Secondo le teorie classiche, invece, come quella del Columella, scrittore romano di agricoltura, il Cabernet Sauvignon discenderebbe dalla Vitis Biturica o Balisca che da Durazzo in Albania fu portata in Francia dai soldati romani nella zona di Bordeaux e da lì si diffuse in tutto il mondo diventando un vitigno internazionale.

In Italia la sua completa valorizzazione si è avuta in Toscana negli anni ‘70 con la nascita dei vini SuperTuscans nella maremma settentrionale alla cui produzione il Cabernet Sauvignon prese parte.

Questo vitigno  si adatta ad ogni tipo di clima, con maturazioni diversificate, che spaziano da fine settembre a inizio ottobre a seconda della temperatura esterna. spostato

Predilige i terreni ricchi di minerali e fossili.  Dà vita ad un vino di colore rosso rubino con delle sfumature violacee, tendenti al blu.

Ha dei profumi vegetali, erbacei e di frutta a polpa rossa come amarena, prugna e mirtillo, con note mentolate e di cioccolato. Ha un gusto caldo, corposo, ben strutturato, tannico e di buona acidità, caratteristiche che rendono il Cabernet Sauvignon un vino longevo e che si presta ad un lungo invecchiamento che può durare fino a 20 anni.

La Toscana da qualche anno è diventata sicuramente una delle regioni dove questo vitigno ha trovato le condizioni ideali per integrarsi con i vitigni autoctoni e uno degli esempi che esprimono al meglio questa integrazione viene dalla Tenuta del Buonamico, che utilizza il Cabernet Sauvignon per produrre due dei suoi meravigliosi vini, il Montecarlo Rosso DOC e Il Montecarlo Rosso DOC Etichetta Blu.

Entrambi i vini sono caratterizzati da un’estrema piacevolezza, che è il leit-motiv della produzione della Tenuta.

Pur inquadrandosi nel disciplinare di Montecarlo, che prevede per il Rosso DOC la presenza di una base di Sangiovese (50/75%) in uvaggio con Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Colorino, Malvasia Nera, Syrah, Cabernet Franc oppure Cabernet Sauvignon, sia l’ uno che l’altro spiccano per l’originalità e il carattere.

La complessità, data dall’assemblaggio di varie uve, rende questi vini particolarmente interessanti, insieme all’estrema versatilità che li contraddistingue. Due vini molto diversi tra loro, nonostante gli uvaggi pressoché identici. Incontrano il favore del pubblico ormai da molti anni, e per questo rappresentano un caposaldo nella produzione della Tenuta del Buonamico.

 
 

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