Atlante ragionato dei migliori spumanti d’Italia. Una lista davvero completa, da Giulio Ferrari in giù

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Siete circondati: arrendetevi! Le bollicine sono dappertutto e, ormai, si spumantizza la qualunque. Da nord a sud è tutto uno stappare Metodo Classico o Charmat (Martinotti) e non c’è territorio che non si sia cimentato nella difficile arte della spumantizzazione. D’altronde che ci volete fare: la bollicina è allegra, disseta ed è estremamente versatile negli abbinamenti culinari. Sono tante in Italia le aziende che si cimentano nella produzione, utilizzando sia vitigni classici come lo chardonnay o il pinot nero che uve autoctone in microproduzioni interessanti, ma le caratteristiche del territorio di produzione sono fondamentali per dare la necessaria acidità e compiutezza aromatica.

My two cents: in Italia la denominazione con la migliore tradizione e vocazione spumantistica è la Trento Doc: nella zona di produzione i vigneti arrivano fino a 7/800 metri di altitudine (bellissimo Il vigneto Maso Pianizza, circondato dal bosco a 5/600 metri d’altezza dove nasce la migliore bollicina d’Italia, il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore), la tradizione della cura della vite è millenaria, il clima è fresco e ventilato con buone escursioni termiche, molte aziende produttrici sono a carattere familiare/artigianale (nel senso più nobile del termine) o comunque sono forti di una tradizione ed esperienza di lungo corso.

Detto questo tentiamo comunque una mappa delle migliori bolle in circolazione e vedrete che le sorprese non mancheranno. Ultima annotazione e poi si comincia il viaggio: mancano a questa lista un bel po’ di Prosecco, ma l’argomento è già stato affrontato di recente in questo post quindi inutile ripetersi.

Nota bene: MC = Metodo Classico (Champenoise) – CH = Charmat (Martinotti)

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TRENTINO Nel 1902 Giulio Ferrari trasferì la tradizione della Champagne in Trentino, pensando che si potesse compensare la diversa latitudine con una maggiore altitudine per lasciare alle uve (in maggioranza Chardonnay) l’indispensabile freschezza. Il risultato oggi è costituito da 38 aziende sotto il marchio Trento Doc, la prima denominazione di metodo classico ad essere dichiarata in Italia e la seconda nel mondo, dopo ovviamente Champagne che, diciamolo pure, è e rimarrà per sempre l’apice mondiale delle bolle, forte di un territorio inimitabile e di una tradizione secolare. Giulio Ferrari è anche il nome dell’unica etichetta italiana e forse mondiale che può permettersi di gareggiare ad armi pari (o quasi) con grandi etichette di bolle transalpine. Io stesso l’ho bevuto più volte a fianco di Dom Perignon e non ha mai sfigurato.

Oltre a Ferrari, vorrei citare tra i produttori di Trento Doc: Balter, Abate Nero, Endrizzi, Revì, Conti Wallenburg, Letrari, Pisoni, Dorigati, Casata Monfort, Maso Martis, Altemasi di Cavit. Tutti comunque, anche quelli non citati, hanno una qualità media piuttosto elevata. Non rientrano nella Trento Doc, ma è obbligatorio segnalare i MC di Pojer e Sandri, un Brut Rosé ed una Cuvée Extra Brut.

ALTO ADIGE Sarà la vicinanza con il Trentino, ma anche in Alto Adige c’è una valida produzione spumantistica, piccola nei numeri, ma di alta qualità. Il Pas Dosé millesimato di Haderburg è costantemente tra i migliori spumanti italiani, Arunda ha una buona qualità media dei prodotti ed ha la sede nella più alta cantina d’Europa che produca MC. Sebastian Stocker, ex kellermeister della cantina di Terlano, produce poche migliaia di MC all’anno. Anche Lorenz Martini a Cornaiano ottiene un buon MC, il Comitissa Brut Riserva da chardonnay, pinot bianco e pinot nero, tre anni sui lieviti e basso dosaggio di zuccheri, sui 4 gr/l. Altri prodotti interessanti: Stachlburg Brut MC, a maggioranza chardonnay con saldo di pinot bianco ed il MC Brut Athesis di Kettmeir.

LOMBARDIA Tra le cose più interessanti della Franciacorta consigliamo alcune piccole e interessanti realtà: Arcari & Danesi, Camossi, Colline della Stella e Cà del VentRonco Calino propone una gamma di buona qualità media al giusto prezzo ed Il Pendio, anche se non più gestita da Gigi Balestra, rimane un’azienda degna di nota, non solo con i MC, ma anche con la proposta di rossi fermi.

Volendo citare nomi più conosciuti direi Villa, Cavalleri e soprattutto Il Mosnel si difendono discretamente, quest’ultimo in particolare con i millesimati Extra Brut EBB e Pas Dosé QdE. Casa Caterina propone vini fuori dal disciplinare Franciacorta, a volte un po’ bizzarri, ma mai banali. In Oltrepò Pavese, territorio da pinot nero, sono interessanti il Millesimato Profilo di Andrea Picchioni, i MC di Ca’ di Frara, in particolare i rosé e quello di Monsupello (brut millesimato Classese)

PIEMONTE Per un’Alta Langa che non decolla (discreto quello di Sergio Germano), troviamo invece una bella e consolidata vocazione spumantistica per il vitigno autoctono canavese Erbaluce di Caluso, capace di dare al vino una buona spina sapido-acida. A tal proposito sono belle le tre diverse versioni di MC di Orsolani (Cuvée Tradizione la mia preferita) e anche quelle di Cieck (San Giorgio e Calliope).

Cascina Carpini produce uno charmat lungo, il Chiaror sul Masso, da Timorasso. Anche la raffinata florealità del nebbiolo si presta per la spumantizzazione, ne sono un esempio Erpacrife Nebbiolo Rosé Dosaggio Zero Metodo Classico e Nebbiolo Brut Rosé Rosanna Metodo Classico di Germano. Abitualmente spumantizzato in autoclave, il MC regala maggiore complessità anche al moscato, da citare l’Asti Driveri Selezione di Cascina Fonda.

VALLE D’AOSTA Il Prié Blanc ben si adatta ad essere coltivato in altitudine e la Cave de Vin Blanc de Morgex et la Salle ha vigneti fino a 1.200 m slm con i quali produce MC molto interessanti sia da un punto di vista aromatico che gustativo, in particolare l’Extra Brut e la Cuvée du Prince. Curiosa la Cuvèe de Guides, con presa di spuma a 2.590 mslm! Sono degni di nota anche alcuni metodo classico di Quatremillemètres Vins d’altitude: 4478 Rosé Brut da Pinot Noir da vigneti a 750 m slm, Caronte Extra Brut da Petit Rouge (vigneti a 800 m) e 4810 Brut da Priè Blanc (vigneti esposti a sud a 1.200 m).

LIGURIA Bizzarro il metodo classico Abissi di Bisson da uve Bianchetta Genovese, Vermentino, Pigato, la cui produzione comporta l’immersione sul fondale marino delle bottiglie ad una profondità di 60 metri con permanenza di diciotto mesi..! 1.200 bottiglie di metodo classico Serro del Bandito costituiscono la produzione di nicchia di Giovanna Maccario da uve massarda, la cui vitale acidità si ritrova nel bicchiere.

VENETO I prodotti di Silvano Follador vanno al di là del prosecco comunemente conosciuto: lavorazione artigianale per prodotti sapidi ed affilati, residui zuccherini tendenti a zero, vinificazioni anche con metodo classico, applicazione della biodinamica, utilizzo solo di uve proprie. La Durella, vitigno autoctono dei Monti Lessini, ha un tratto un po’ rustico, ma si presta bene alla spumantizzazione, Fongaro a mio avviso è il produttore più interessante, lavora in regime bio e sforna buoni MC non dosati. Non rientra nella Doc Lessini Durello, ma merita la segnalazione l’Omomorto di Stefano Menti, 100% durella, vinificato in autoclave, che rimane un anno sui propri lieviti. Acido e potente il Raboso Brut Redentor MC di Tessere.

FRIULI VENEZIA GIULIA Poco da segnalare se non la ribolla gialla brut Eugenio Collavini e Pittaro Metodo Classico millesimato da pinot bianco, pinot nero e chardonnay.

EMILIA La tradizione dei vini frizzanti emiliani si perde nella notte dei tempi ed è per questo che la regione ha grandi potenzialità per la produzione di MC, anche da uve autoctone. Punta di diamante regionale è il nome Bellei, una garanzia in fatto di metodo classico, sia con la Bellei Francesco, acquisita da Cavicchioli nel 2003, (Metodo Classico Blanc de Noirs da Pinot Nero, Extra Cuvée da P.Nero/Chardonnay e Brut Rosso Extra Cuvée da Sorbara), ma soprattutto con Cantina della Volta di Christian Bellei, che consiglio caldamente per la grande qualità dei suoi prodotti, soprattutto i MC da Sorbara, precisi ed affilati. Una menzione particolare per il MC di Giorgio Erioli, grande vignaiolo dei Colli Bolognesi, un blend di Alionza (80%), Pignoletto e Trebbiano, la cui annata 2011 uscirà in dicembre; è un prodotto molto intenso, sia come aromi che come corpo. Giorgio è un grande sperimentatore, un visionario nel senso positivo del termine e produce già ottimi vini. Segnalo infine Croci con due MC a zero dosaggio, uno da Ortrugo 100% ed un rosé da Barbera, Bonarda ed un po’ di Malvasia Nera, un po’ rustici, ma hanno personalità.

TOSCANA Producono un buon MC Brut Rosé da Sangiovese 100% sia Baracchi che Castello di Cacchiano. Molto buono lo Stellare, il metodo classico da sangiovese grosso de Le Chiuse, semplice nella declinazione espressiva, ma molto fresco, piacevole e dall’estrema bevibilità. Tenuta del Buonamico Spumante Particolare Brut: Charmat da Pinot Bianco, Semillon e Trebbiano, notevole per la Toscana.

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MARCHE Sua maestà il Verdicchio si esprime molto bene anche spumantizzato: il Brut Metodo Classico Riserva Millesimato Ubaldo Rosi di Colonnara è una delle migliori bolle italiane (per me seconda solo a Giulio Ferrari e assolutamente prima se rapportata al prezzo) ed anche la qualità del Brut Riserva Metodo Classico di Garofoli è indiscutibile. Inoltre segnalo l’Extra Brut da uve bio di Peruzzi, la microproduzione di Collestefano ed il Perlugo di Pievalta. Ancora Giulietta, MC de La Distesa, verdicchio vendemmia 2004, sboccatura 2011, prima ed unica uscita sul mercato nel 2012.

UMBRIA Interessanti gli spumanti MC de La Palazzola: Riesling Brut, Gran Cuvée Brut da Pinot Nero/Chardonnay, Rosé Brut da Pinot Nero e Sangiovese Rosé Brut.

PUGLIA Non poteva certo mancare in questa lista D’Araprì, un’azienda pugliese che produce esclusivamente MC. I vigneti sono a San Severo, tra il Sub Appennino Dauno ed il Gargano, i vitigni utilizzati sono bombino bianco, pinot nero e montepulciano ed i prodotti sono veramente interessanti. Segnalo, in particolare. il Pas Dosé La Dama Forestiera (solo magnum) e la Gran Cuvée. Polvanera produce un buon MC Brut Rosé da Primitivo.

CAMPANIA Il migliore abbinamento con la pizza non è la birra, ma il vino con le bollicine e l’asprinio d’Aversa è anche un perfetto connubio territoriale. Ben fatti quelli proposti da Grotta del Sole nelle versioni Brut CH ed Extrabrut MC. Un’alternativa sono la Falanghina Brut CH di Mustilli e l’Astro Brut di Astroni.

SICILIA Il nerello mascalese dell’Etna ben si presta alla spumantizzazione: Murgo propone tre MC millesimati di buona fattura, un Brut, un Brut Rosé ed un Extra Brut. Terzavia di De Bartoli esprime il proprio territorio tramite due bollicine MC: un Grillo millesimato e la Cuvée Riserva VS. Degno di nota anche il Contea di Sclafani Almerita Brut di Tasca d’Almerita, da uve chardonnay, grasso e cremoso.

SARDEGNA Buona freschezza e sentori di erbe aromatiche per il Brut MC di Quartomoro. Giocano invece su potenza e struttura i metodo classico di Deidda. E’ piacevole l’Alghero Terre Bianche Brut da vitigno Torbato di Sella & Mosca.

 

Fonte: Intravino.com di Andrea Marchetti 2 Luglio 2013

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