03
Ago

JAMES SUCKLING: gli Ottimi risultati della Tenuta

James Suckling è un critico enologico americano, definito da tutti, esperti e non, come una delle massime autorità del settore. La sua passione per il vino è dovuta al padre, il quale lo educò fin da piccolo ad apprezzare il buon vino.

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Nato a Los Angeles, California , Suckling ha studiato scienze politiche e giornalismo alla Utah State University.

Il suo primo impiego in ambito enologico risale al 1981, quando iniziò a collaborare con la rivista “Wine Spectator” come corrispondente, dopo aver terminato il suo Master in Giornalismo.  All’inizio tale rivista vantava solo 800 abbonati, ma, con il passare del tempo, raccolse un seguito sempre crescente, per cui James Suckling si trasferì a Parigi, dove ne fondò la redazione europea. Dopo il suo ingresso in Europa entrò a contatto con la realtà vinicola del Vecchio Mondo, estendendo le sue conoscenze e instaurando rapporti con i vari produttori.

Nel  1987 si trasferì in Inghilterra, dove rimase per 11 anni, e in seguito si spostò in Italia, in Toscana, dove tuttora vive.

Durante la sua permanenza presso Wine Spectator, James Suckling degustò una media di 4000 vini all’anno, la metà dei quali erano vini italiani.

Nell’ ottobre del 2010, a distanza di 29 anni dal suo primo impiego,  James Suckling abbandonò la direzione di Wine Spectator e creò il proprio sito internet, con lo scopo di illustrare il mondo del vino, grazie anche ai suoi video, con un approccio innovativo e moderno. . Oltre alle recensioni di Suckling, il sito presenta anche i blog di Mike D dei Beastie Boys e Jessica Harnois, presidente della Canadian Association of Professional Sommeliers.

Oltre a questo, si dimostrò anche attivo nel mondo della beneficienza. Sempre nel 2010 annunciò il suo progetto enologico chiamato “One wine one world”, allo scopo di avvicinare le fedi ebraica, cristiana e musulmana. Vennero creati due vini, uno bianco e uno rosso, ottenuti da una miscela di uve provenienti da California, Messico, Ungheria, Slovenia, Rossiglione e Friuli, ed entrambi furono serviti durante la cena di addio per il Papa Benedetto XVI che si tenne a Birmingham. L’etichetta dei vini si basò su un dipinto celebrativo multireligioso commissionato all’artista inglese Ben Johnson. Il ricavato di tale progetto andò alla Fondazione Maimonides, un ente di beneficienza interreligioso.

Lo stile di degustazione del Maestro è molto particolare, perché, come affermò durante un’intervista, non tiene molto in considerazione l’aspetto olfattivo dei vini, ma si concentra soprattutto sulla persistenza del retrogusto, evidenziando maggiormente cosa si percepisce in bocca. Come egli stesso afferma, “Il vino più rimane in bocca più è buono”. Il vino, infatti, è per James Suckling un insieme di emozioni che non ha una spiegazione razionale, ma che, come l’arte, è unico. Come la musica o la letteratura, un buon vino è capace di suscitare emozioni, e in questo senso è paragonabile all’arte. In risposta alla rivista italiana Gentleman su “cosa fa veramente un buon vino”, ha risposto, “il vino è come la musica” e, così come il piacere che questa dà non viene dalla conoscenza delle note, ma dall’emozione che  suscita in chi la ascolta, anche il vino dovrebbe essere pensato non scientificamente, ma emotivamente. Ha aggiunto che ogni buon vino dovrebbe essere in grado di “commuoverti” in qualche modo “come con la musica, la letteratura e l’amore”.

Grazie anche all’aiuto del produttore hollywoodiano James Orr, Suckling pubblica numerosi video sul suo sito web, in cui recensisce i migliori vini del mondo. In ogni video egli cerca di far conoscere il vino in ogni aspetto che lo riguarda, a partire dal vigneto e dalla cantina, per arrivare al prodotto finito. Conduce anche interviste ai produttori, per meglio comprenderne la filosofia. In questo modo il pubblico può comprendere a fondo quale sia la storia che sta dietro a un vino. Storia fatta di persone, immagini e suoni concreti.

Nel giugno 2011, Suckling e IMG Artists hanno creato Divino Tuscany, un evento di degustazione enogastronomica progettato per “riunire i migliori produttori di vino della Toscana” e per “promuovere, condividere e demistificare i loro vini migliori”.

Da sempre sostenitore dei vini di Bordeaux, il critico si dimostra anche molto favorevole a quelli italiani, mostrando un notevole apprezzamento per Sangiovese, Aglianico e Nebbiolo.

Ogni anno, sul suo sito web, viene stilata la lista dei 100 migliori vini, e tra questi si sceglie il miglior vino dell’anno.

Vengono assegnati dei punteggi in centesimi, e  se ne riportano le caratteristiche organolettiche, desunte dopo un accurato assaggio.

La Tenuta del Buonamico, che già in passato aveva ottenuto ottimi risultati per i suoi vini, quest’anno ha veramente superato se stessa, guadagnando punteggi che vanno dai 90 punti  del Vasario IGT Toscana ai 94 del Fortino IGT.

Ecco di seguito le recensioni, tradotte direttamente dall’inglese:

VASARIO IGT TOSCANA 2019 :

Un vino ottenuto con uve 100% Pinot Blanc,  per il quale fermentazione e affinamento avvengono in Allier (barriques di rovere francese) con permanenza sulle fecce leggere, movimentate con la tecnica del Batonnage, per un totale di 8 mesi. Vale la pena spiegare cosa si intende per batonnage, per chiarire anche ai meno esperti a che cosa serva questa operazione. Si agisce utilizzando un attrezzo o un bastone, il cui movimento permette l’agitazione del vino, in modo da far risalire in superficie la feccia depositata sul fondo. Ciò viene fatto per favorire l’autolisi dei lieviti, che rilasciano proteine in grado di legare i tannini. La conseguenza è l’aumento di corpo del vino.

Tutto questo ci permette di ottenere una bevanda dal colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati, molto intensa e complessa, ma allo stesso tempo molto elegante.

James Suckling definisce il Vasario come un vino con sentori di “Noce, fiori secchi, limone disidratato, e un po’ di vaniglia al naso ricco. Maturo e cremoso al palato, con densi, oliosi strati di frutta col nocciolo e praline. Da bere subito”. Una recensione estremamente positiva che ci ha fatto guadagnare 90 punti.

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MONTECARLO BIANCO DOC 2020 ETICHETTA BIANCA:

Ottenuto da un blend di Trebbiano, conosciuto a Montecarlo fino da 3 secoli prima di Cristo e sicuramente il vitigno più emblematico della zona, in unione con vitigni francesi quali Pinot Blanc, Sauvignon Blanc e Semillon, secondo quanto previsto dal disciplinare della DOC montecarlese, e arricchito con la Malvasia aromatica. Tutte le varietà che compongono questo fantastico vino vengono assemblate solo in fase di pre-imbottigliamento. La vinificazione e la fermentazione avvengono separatamente, e sono effettuate in tini di acciaio inox a temperatura controllata. Anche l’affinamento viene effettuato in acciaio, per ottenere un vino fresco, fruttato, vivace, sapido al palato e piacevolmente equilibrato. James Suckling  ne evidenzia i sentori di “mela a fette, albicocca, erbe fresche e fiori di limone al naso. Di corpo medio, con una vivace acidità, e un finale fresco, pulito e fruttato. Da bere subito.”

Prima di indicare il punteggio ottenuto, conviene dare subito una definizione di cosa sia il “corpo”, del vino, termine fondamentale per poter descriverne uno accuratamente..

Immaginiamo di mettere in un recipiente del vino e di poter separare da questo l’alcol e l’acqua al suo interno: ciò che rimane prende il nome di “corpo” del vino.

A parte l’esame visivo, per cui osservando la resistenza del vino alla rotazione del bicchiere) si può avere già un’idea del corpo del vino a cui ci si trova di fronte, uno dei fattori più incidenti nella tipologia di corpo che caratterizza il vino è dipendente dalla quantità di alcol, che ne caratterizza la viscosità.

  • I vini che rimangono sotto al tasso del 12% alcolico sono normalmente definiti come dal corpo leggero
  • I vini con un tasso alcolico compreso fra il 12 e il 13% presentano di tendenza un corpo medio
  • I vini che eccedono un tasso alcolico del 13/14 % sono spesso da considerare di corpo pieno

Spesso viene indicato in bottiglia anche il residuo fisso del vino, fattore che unito al tasso alcolico può senz’altro fornirci maggiori indizi: fra gli 8 e i 15 grammi/litro di residuo infatti generalmente abbiamo vini dal corpo leggero, da qui sino ai 27/28 grammi per litro abbiamo vini dal corpo medio, superiori ai 28 grammi per litro invece vini di corpo o, quando molto superiori a questo dato, vini dalla struttura vigorosa (solitamente si tratta di vini passiti).

La recensione del critico americano ci ha fatto guadagnare 91 punti su 100.

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M.I.O IGT TOSCANA 2020:

Si tratta di un vino ottenuto da uve Viognier in purezza, ottenuto dalla pressatura soffice delle uve a bassa temperatura in atmosfera inerte, cioè sostituendo l’atmosfera terrestre a contatto con il prodotto, con un’atmosfera composta da gas inerte, principalmente azoto. L’azoto viene contenuto in un serbatoio gonfiabile installato vicino alla pressa, per eliminare ogni reazione di ossidazione che normalmente avverrebbe a carico della massa d’uva in pressatura durante il ciclo di lavoro in una pressa pneumatica. Questo sistema di lavorazione permette di esaltare le caratteristiche aromatiche, di struttura e di cromia naturale del prodotto. La fermentazione e l’affinamento di questo vino sono effettuate in acciaio inox a temperatura controllata, in modo da preservarne la naturale freschezza. Così si ottiene una bevanda intensa e floreale al naso, dotata di vivace mineralità e freschezza agrumata.

James Suckling Lo recensisce come un vino dai sentori di “Caprifoglio, albicocca, pesca bianca e pietrisco. Anche conchiglie e mandorle salate. Ha un corpo pieno, con una struttura solida e di cera. Stratificato e minerale. Da bere subito”. Per questo vino la Tenuta del Buonamico ha ottenuto 91 punti.

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VIVI VERMENTINO IGT TOSCANA 2020:

Il Vivi, il cui nome deriva dall’abbreviazione di “Vivinaja”, cioè “La via del Vino”, che era l’antico nome di Montecarlo, in provincia di Lucca, è un vino ottenuto da uve 100% Vermentino.

Questo vitigno ha origini non chiare. Per alcuni è originario del nord-est della Spagna, in Aragona. Secondo altri sarebbe originario del Portogallo oppure dell’isola di Madera. Dalla Penisola Iberica si sarebbe poi diffuso prima in Francia e poi in Liguria e nella zone delle Alpi Apuane. Nella seconda metà dell’ottocento arrivò anche in Gallura, in Sardegna, dove acquisì per la prima volta il nome di Vermentino, e in misura minore anche in altre zone della Toscana. Presente nella DOC Montecarlese, in provincia di Lucca, si è però evoluto. Negli ultimi anni, infatti, molti enologi hanno cominciato a vinificarlo in purezza, come fa la Tenuta del Buonamico, per farlo risultare più fruttato e gradevole.

Il nostro Vivi è ottenuto da una pressatura soffice, per ottenere un mosto che viene lasciato per 24 ore a raffreddare, in modo da favorire il naturale sedimento: La parte limpida viene poi presa e fatta fermentare in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Anche l’affinamento avviene in acciaio, per un vino intenso, fresco, floreale, sapido e con spiccata acidità.

James Suckling lo recensisce come un vino dagli aromi di “pera, buccia di lime, erbe secche e pepe bianco al naso. Ha un corpo medio, con acidità brillante, e un palato cremoso e ceroso. Concentrato e strutturato, con toni salini e eccellente persistenza. Da bere subito”. La Tenuta ha così ottenuto per questo vino 91 punti.

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DEA ROSA IGT TOSCANA 2020:

Il nome di questo eccellente rosato è un acronimo dei nomi dei tre proprietari della Tenuta del Buonamico, il signor Dino Fontana, con i due figli Eugenio e Alessia. Si tratta di un blend di Sangiovese, Canaiolo e Syrah. Queste uve rosse vengono vinificate in bianco, cioè sottoposte a un’operazione che comporta la separazione immediata delle vinacce e dei vinaccioli dal pigiato. Le vinacce, cioè le bucce degli acini, contengono la maggior parte dei polifenoli che sono responsabili della colorazione del vino, mentre i vinaccioli contengono i tannini che vengono ceduti al mosto in fermentazione. La separazione della vinaccia, per il nostro Rosato, avviene due ore dopo la raccolta dell’uva, in modo da ottenere un vino fruttato ma molto fresco.. La fermentazione e l’affinamento del DEA avvengono in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata, e ne deriva un vino color rosa tenue dai riflessi ramati, che danno finezza ed eleganza al prodotto.

James Suckling ne parla, descrivendolo come “Un rosè dal colore pallido di lampone, con aroma di bacca selvatica, nocciolo di prugna, mandorle sminuzzate e conchiglie. Ha un corpo medio, con un carattere delicato, minerale e fresco. Molto piacevole. Da bere subito.” Il DEA Rosa ha ottenuto 91 punti.

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CERCATOJA IGT TOSCANA 2017:

Il Cercatoja prende il nome dalla località Cercatoja, una delle zone in cui è tradizionalmente diviso il comune di Montecarlo, in provincia di Lucca. Si tratta della riserva più vecchia prodotta alla Tenuta del Buonamico, che è stata realizzata per la prima volta nell’ormai lontano 1975, e da allora è rimasta inalterata nella sua composizione. Ottenuto da un blend di Sangiovese (60%), Syrah (20%) e Cabernet Sauvignon (20%), è un vino che viene fatto fermentare in acciaio inox a controllo termico per almeno tre settimane, seguito dalla fermentazione malolattica in barriques di rovere francese e successivamente da un affinamento per circa 18-20 mesi.

Per “fermentazione malolattica” si intende quel processo enzimatico che vede la trasformazione dell’acido Malico, uno degli acidi più presenti nelle piante, e che contribuisce al sapore asprigno di molti frutti e verdure, in acido Lattico e anidride carbonica, ad opera del batteri lattici presenti nel mosto, e che vengono riattivati dopo la fermentazione alcolica. Tramite questa trasformazione il vino perde acidità e aumenta la morbidezza e la complessità aromatica.

Infatti il Cercatoja è un vino intenso, complesso, di notevole struttura, ma anche di grande eleganza e profondità.

James Suckling lo definisce “un rosso attraente e leggermente vellutato, con sentori di bacca, cioccolato leggero e cedro. Corpo medio con tannini medi e arrotondati, e un finale di santoreggia. Piacevolmente austero sul finale, questo blend rosso un buon livello di emozione. Da bere ora o da invecchiare”. Con il Cercatoja la tenuta del Buonamico ha ottenuto un punteggio di 93/100.

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IL FORTINO SYRAH IGT TOSCANA 2017:

Questo eccellente vino è ottenuto unicamente dalle uve di Syrah di una vigna che è stata piantata nella proprietà della Tenuta del Buonamico,  a Montecarlo in provincia di Lucca, nel lontano 1963, da sette cloni provenienti da una vigna francese dell’ottocento. Questa vigna è la più vecchia d’Italia, ed è una vera rarità, perché normalmente le vigne rimangono produttive per un massimo di 25-30 anni. Le vecchie vigne, o vieilles vignes, come vengono definite in francese, hanno il tempo di  avere radici più lunghe per penetrare nel terreno per trovare acqua ed estrarre sostanze nutritive e oligoelementi che rendono il vino più complesso. Con l’età i cespugli diventano più grandi e gestiscono meglio ogni condizione atmosferica, compresi venti e siccità. Inoltre hanno bisogno di meno manutenzione, perché lasciano entrare aria e luce solare. Sulle vecchie viti l’uva cresce più lentamente, e per questo il frutto sviluppa una buccia più spessa, che dà maggior sapore ai vini rossi. Dopo il véraison, cioè quando l’uva cambia colore dal verde al nero, impiega più tempo a maturare, quindi hanno più tempo per sviluppare complessità e profondità di sapore.

Il Fortino viene affinato in barriques di rovere francese per circa 18 mesi in botti di rovere francese, per ottenere un vino intenso, ampio, sapido, di grande struttura ed equilibrato.

James Suckling lo descrive con “aromi di prugna scura, pelle, balsamico, pepe verde e pietra. Corpo da medio a pieno, con tannini fini e gommosi. Strutturato, con brillante acidità, e carattere speziato. Pieno di frutta scura al palato, ha toni erbacei e affumicati. Finale lungo e profumato. Da bere subito o invecchiare”. Con Il Fortino la Tenuta del Buonamico si aggiudica ben 94 punti, confermando ancora questo vino come suo prodotto di punta.

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Provate a gustare questi vini come fa James Suckling, e cercate di capire quali emozioni suscitano in voi, per un piacere che dura nel tempo e si imprime nella memoria.

 
 

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