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Giu

Giugno in vigna e in cantina

Giugno è un mese molto intenso in campagna, in quanto, affinché l’uva possa crescere nel migliore dei modi, ci sono molte attività fondamentali da fare.

La vite è una pianta a crescita continua, quindi non smette di svilupparsi; proprio per questo motivo la vegetazione tende ad infittirsi, risultando spesso invasiva. Questo può creare diversi problemi, a partire dalla maggiore difficoltà ad effettuare le successive lavorazioni. Il problema maggiore, però, è rappresentato dal fatto che un fogliame troppo fitto può creare un microclima favorevole alla proliferazione delle muffe. Ecco perché, proprio in questo periodo, si deve procedere con le operazioni di sfogliatura e cimatura,  per far sì che la vegetazione continui a fotosintetizzare nell’apparato giovane e rimanga contenuta all’interno della struttura sia in altezza che in spessore.

Si procede con l’eliminazione di 4-5 foglie basali, vicine ai grappoli. La defogliazione precoce, effettuata tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, di solito si fa dopo l’allegagione, cioè la trasformazione da fiore a grappolo con acino a grano di pepe. Questa operazione consente di ridurre notevolmente il rischio di marciumi. Inoltre si favorisce la prevenzione dell’insorgenza delle malattie e dei parassiti, quali peronospora, botrite e cocciniglia, e si ottimizza l’efficacia dei prodotti antiparassitari.  Contemporaneamente si  ottengono anche uve più ricche di polifenoli,  responsabili del gusto e del colore del vino, che inoltre fungono da conservanti naturali. Da un punto di vista della salute i polifenoli sono importantissimi, poiché sono dei potenti antiossidanti, che proteggono dai radicali liberi. Inoltre proteggono la salute degli occhi, migliorano la circolazione sanguigna, favoriscono il benessere del cuore e dei vasi sanguigni; svolgono anche un’azione antinfiammatoria, neuro-protettiva, antimicrobica e anticancerogena.

Si procede anche alla sfemminellatura dei tralci secondari che si formano negli internodi sotto i grappoli, cioè all’eliminazione di nuovi germogli anticipati che prendono origine dalle femminelle, che sono gemme pronte dei tralci dell’anno. Le femminelle possono produrre grappoli che maturano tardi rispetto ai grappoli normali. Questo affastellamento rischia di produrre un microclima che può essere favorevole ai patogeni, e che può impedire una perfetta penetrazione dei prodotti fitosanitari.

L’utilizzo di tali prodotti deve essere limitato allo stretto necessario, e chiaramente documentato. La Tenuta del Buonamico è infatti fiera di aver ottenuto la certificazione di sostenibilità, fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e per la produzione di vini sicuri per la salute del consumatore, nonché in grado di valorizzare gli aspetti patrimoniali, storici, culturali e paesaggistici.

In cantina, invece, l’attività è frenetica, tra travasi, filtrature e imbottigliamenti. Si ha anche l’avvio della spumantizzazione degli spumanti della linea Inedito.

La Tenuta del Buonamico vanta una produzione di circa 140.000 bottiglie di spumante, e nel giro di soli 11 anni siamo diventati i più grossi produttori di bollicine della Toscana. La produzione di spumanti è iniziata quasi come una scommessa, con la produzione del Particolare Brut e del Particolare Brut Rosé, per un totale di circa 2000 bottiglie. Il successo è arrivato immediato, e ciò ci ha spinti a cercare nuove soluzioni. Sono così nati i due spumanti della linea Inedito, che hanno dato una svolta nella nostra produzione, che si è avviata sempre più verso prodotti di altissima qualità.

I due Inedito, così chiamati per sottolinearne l’unicità e differenziarli dai due primi nati, subiscono una presa di spuma secondo un metodo Charmat lungo, ovvero per la durata di circa 6 mesi.

Lo Spumante Inedito Particolare Brut Nature nasce da un Pinot Blanc in purezza, proveniente da uve selezionate. Prima della spumantizzazione una parte del Pinot Blanc fa un passaggio in tonneaux di rovere francese per circa 6 – 7 mesi. La spumantizzazione avviene in autoclave orizzontale appositamente realizzata per il Buonamico, ad una temperatura costantemente controllata. Qui, grazie ai lieviti selezionati, si ha un’ottimale presa di spuma, seguita poi da un’immediata filtrazione, così da preservare la naturale freschezza.. L’imbottigliamento è preceduto da alcune settimane di affinamento in autoclave.

Di gradazione alcolica di 12,5 gradi, presenta un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso combina eleganza e complessità, piacevolezza e profondità sensoriale. Di grande intensità, presenta note di frutta a pasta gialla, mela e pesca. Al palato risulta strutturato, e contrappone alla spiccata acidità un equilibrato tenore zuccherino. Ormai dall’anno scorso abbiamo deciso di trasformarlo in “nature”, ovvero con un residuo zuccherino molto basso, di circa 1,8 grammi per litro, al fine di aumentarne il prestigio e l’eleganza. Molto elegante è anche il perlage, che si presenta fine e persistente. Sono presenti anche delle note amarognole dovute alla permanenza in legno.

Vi consigliamo di accompagnarlo a carni bianche o a pesce, magari per una grigliata estiva tra amici, per goderne appieno tutte le caratteristiche.

Lo Spumante Inedito Particolare Brut Rosé Nature nasce invece da un blend di sangiovese e syrah di diverse annate. Anche in questo caso una parte affina in Tonneaux per circa 8 mesi. La spumantizzazione avviene secondo le modalità utilizzate per l’inedito Brut, ovvero utilizzando autoclavi orizzontali dove il vino viene lasciato a fermentare con i lieviti selezionati per circa 6 mesi. A questo segue un affinamento in autoclave per qualche settimana. Il processo termina con l’imbottigliamento, che è la fase finale.

Di un bel colore rosa cerasuolo, al naso si presenta elegante e complesso, con profumi di frutti a pasta rosa, mela e pesca.

Al gusto risulta complesso e strutturato. Di notevole persistenza, presenta un perlage fine ed elegante. Anche in questo caso è stata fatta la scelta di produrlo “nature” per aumentarne il prestigio.

Particolarmente indicato per pesci saporiti, come ad esempio un salmone alla griglia, con crostacei e carni bianche, vi sorprenderà piacevolmente con un tagliere di salumi tipici toscani. Provare per credere!

 
 

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